I videogiochi sono una delle più importanti creazioni industriali e culturali, che dal proprio ambito ha saputo sfondare nell’immaginario popolare attraverso il cinema, i libri, la musica e quant’altro. Ralph spaccatutto è una sorta di compendio di questo immaginario a cui la colonna sonora di Henry Jackman fa da perfetto corollario.
Assecondando la vena infantile e allo stesso tempo nerd del film, che guarda tanto ai più piccoli quanto agli ultra appassionati di videogioco, lo score e la nutrita compilation di canzoni cercano di accalappiare gli amanti del cinema disneyano e gli appassionati di console e simili, il pop adolescenziale per ballare e l’elettronica, senza dimenticare l’uso ruffiano e sapiente dell’orchestra.
E in questo Henry Jackman si conferma abile artigiano di casa Disney: partendo dalla sua partitura, si strizza l’occhio a Tron e Tron Legacy mescolando l’elettronica migliore e di tendenza con suoni orchestrale tipicamente familiari, il pathos e il gusto per la sonorità che spaziano dagli 8-bit dei giochi anni ’80 fino ai complessi suoni odierni. Così Wreck It-Ralph e Life in the Arcade fanno da partenza a una storia che arriva al sinfonismo di Jumping Ship, Cupcake Breakout ironizza sulla classica orchestrazione disneyana, mentre Turbo Flashback rimaneggia Vangelis in chiave dubstep. Parola citata non a caso, perché nel calderone delle canzoni già note giganteggia Big Hunt di Skrillex, a far mangiare la polvere ai vari Owl City (Where Can I See You Again), AKB48 (Sugar Rush) e Rihanna (Shut Up and Drive).
La musica di Ralph spaccatutto è ovviamente, per un film del genere, un primo veicolo di marketing e di comunicazione col pubblico, ma Jackman lo rende anche un terreno, seppur limitato, di ricerca sonora, o perlomeno di capacità di interpretare con le note il percorso “teorico” delle immagini. Con discreti risultati, anche se con dosi eccessive di musica da hit parade.