Surrogati di una nuova visione
11/01/10 – Jonathan Mostow è quello che si suole dire un abile professionista, uno che sa fare il suo mestiere con precisione e velocità e senza troppe pretese, tanto da convincere Dino De Laurentiis a scritturarlo per il “kolossal” a costo medio, “U-571”. Regista perfetto per progetti di non primissimo piano, che il suo gusto per lo spettacolo sa tramutare in pellicole mediamente gustose, come dimostra questo suo viaggio in una fantascienza molto terrena e, naturalmente, vicina alla filosofia.
In un mondo in cui praticamente ogni essere umano ha alle sue dipendenze un surrogato che comanda col pensiero, Tom Greer (e il suo surrogo) si occupa di una serie di omicidi inspiegabili che coinvolgono umani e loro doppioni: dietro, come ovvio, c’è un’abnorme cospirazione. Prodotto ibrido non solo per scelte narrative tra thriller, action e sci-fi (da una graphic novel di Robert Venditti e Brett Weldele), ma soprattutto per forme e strutture, che prova a scavare tra le pieghe dei nuovi modi di esperire la visione. Infatti il film – che pare partire dalla stessa distopia di “Wall-E”, dove gli uomini del futuro sono fissi sulle loro poltrone a far agire qualcos’altro – parla attraverso il doppio e la replica umana (anche se lontanissimo da “Blade Runner”, ne è riprova l’uso opposto che viene fatto dell’occhio) dei modi di fruizioni dei nuovi media, dal nuovo potere economico-politico della televisione fino alle più sofisticate forme di connessione interattiva in cui si pone il dilemma tra una vita in prima persona e una vita per interposta persona. Mostow recupera agilmente i motivi dello schermo e del suo effetto sul corpo – specie sulla pelle – per ridare vigore all’uso dei primi piani, unica fonte rivelatrice nella confusione tra umani e loro surrogati, ma allo stesso tempo racconta con onestà, pacatezza intellettuale e senso primario dello spettacolo.
La sceneggiatura (di Michael Ferris e John Brancato) non s’impegna a fondo nell’intreccio, sa piazzare qualche osservazione acutamente ironica sugli attori, e i loro ritocchi, ma poi s’impantana in una costruzione fin troppo cadenzata sui ritmi e gli andamenti della tv, cosa che ne limita il potenziale, sebbene Mostow provi a recuperare lo spirito della graphic novel e del miglior piccolo schermo grazie all’uso delle angolazioni e dei punti di vista. Altro tassello a discapito dell’ottimale riuscita del film la prova mediocre di Bruce Willis che, a dispetto del resto del cast, recita ingessato e immobile anche quando non è nei panni del suo surrogato: unico elemento confuso di un film sicuramente di seconda categoria, che sa però cosa dire, pur dicendolo in maniera un po’ debole.
(EMANUELE RAUCO)
Titolo originale: Surrogates
Produzione: USA 2009
Regia: Jonathan Mostow
Cast: Bruce Willis, Radha Mitchell, Rosamund Pike, James Francis Ginty, Boris Kodjoe
Durata: 95′
Genere: Azione
Distribuzione: Walt Disney uscita venerdì 8 gennaio 2010.
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