A guardarlo distrattamente sembrerebbe uno dei tanti film natalizi made in USA che passano in tv nel periodo delle vacanze scolastiche: innevati, pieni dei colori saturi della festa, di personaggi un po’ caricaturali e di piccole storie assurde e fantastiche. Invece Il magico Natale di Rupert non solo è italianissimo, ma come molti titoli cinematografici nostrani, non ha la fortuna di essere riproposto dal piccolo schermo, nemmeno a cadenza stagionale. Anzi, come tanto cinema italiano è stato prodotto nei primi anni 2000 con un consistente finanziamento statale (il corrispettivo di circa 700mila euro attuali), è uscito in un paio di sale per meno di una settimana e, non potendo certo contare su incassi esorbitanti, è stato ritirato presto dagli schermi finendo nell’inevitabile dimenticatoio. Almeno nel nostro Paese, perché comunque Il magico Natale di Rupert ha continuato per anni a girare nei festival, soprattutto all’estero, fino a tornare oggi nelle sale grazie alla caparbietà di Distribuzione Indipendente, che lo farà circolare gratuitamente nel suo circuito a partire dal 19 dicembre. E la gratuità non è frutto dello spirito natalizio, ma del fatto che sia stato impossibile rintracciare i detentori dei diritti sul film: come ci spiega la nuova distribuzione, pare infatti che una volta incassato il contributo statale i produttori si siano dissolti nel nulla e che né al Mibac, Cinecittà Luce né lo stesso regista Flavio Moretti sappia a chi rivolgersi per avere le copie del film.
Il magico Natale di Rupert tornerà comunque sugli schermi in versione in digitale fino all’8 gennaio, per continuare a raccontare la favola di un ragazzino qualunque, costretto a passare le festività con una nonna arpia, il cui passatempo preferito è negargli tutto ciò che gli piace e costringerlo in maniera non molto garbata a mantenere ordine e pulizia. Peccato che Rupert sia un pasticcione nato, e quindi riesca comunque a distruggere la casa. Come? Ma facendo arrivare sulla Terra un piccolo plotone di minuscoli alieni chiamati per sbaglio attraverso una radiotrasmittente trovata in soffitta, capace nientemeno che lanciare messaggi nello spazio. Un racconto natalizio molto fantasy e soprattutto molto fantasioso, che nonostante gli effetti speciali rudimentali e la recitazione non sempre troppo convincente, riesce a regalare ancora oggi qualche suggestione grazie ai rimandi cinematografici (i Gremlins, in primo luogo, ma anche i classici horror e tanti altri) e alcune idee divertenti come gli occhiali “super 3D” che fanno prendere vita a cose e oggetti disegnati sulla carta. E questo in un film prodotto nel 2003, quando la tridimensionalità era ancora un fenomeno da baraccone e quando in pochi si sarebbero aspettati che avrebbe conquistato il cinema di tutto il mondo.
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