Il cuore della Mostra è salvo!


“Il cuore della Mostra è salvo!”
Così ha esordito il direttore Alberto Barbara, presentando il programma della 77. Mostra del cinema di Venezia che avrà luogo al Lido dal 2 al 12 settembre 2020. Un’edizione organizzata tra tante difficoltà, causa emergenza sanitaria e non potevano che essere due trapezzisti dall’equilibrio precario, pieni di luce e di colori, magnificamente disegnati da Lorenzo Mattotti per il poster della kermesse a rappresentarla.
Un festival ridotto ma che presenta comunque una selezione di oltre 62 film e 15 cortometraggi, con una sezione italiana di alta qualità e nessuna esclusione di aree geografiche, visto che sono ben 50 i paesi rappresentati, dal Kazakistan alla Costa D’avorio passando per la Lituania e il Vietnam. E a fine conferenza il direttore lascia la porta aperta ad annunci dell’ultima ora su nuovi film al Lido.
Continuando con i numeri, viene precisato dal direttore che solo il 22% dei film visionati è diretto da donne ma che quelli selezionati per il festival salgono al 28% del totale. E nel concorso principale Venezia 77 sono 8 i film diretti da registe, su 18 selezionati. Scelti solo e unicamente per meriti artistici sono:
Le sorelle Macaluso di Emma Dante che Barbera ha amato per come l’autrice ha reinventato il testo nel passaggio dal teatro (già premio Ubu per miglior spettacolo e miglior regia) al cinema. Nella storia di questa famiglia di donne tornano tutti i temi più cari all’autrice.
Miss Marx di Susanna Nicchiarelli. Un film su Eleonor Max che la regista racconta così: “Con la sua apparente incongruenza tra dimensione pubblica e privata, la storia di Eleanor Marx apre un abisso sulla complessità dell’animo umano, sulla fragilità delle illusioni e sulla tossicità di certe relazioni sentimentali. Raccontare la vita di Eleanor vuol dire parlare di temi talmente moderni da essere ancora oggi, oltre un secolo dopo, rivoluzionari. In un momento in cui la questione dell’emancipazione è più che mai centrale, la vicenda di Eleanor ne delinea tutte le difficoltà e le contraddizioni”.
Quo vadis, Aida di Jasmila Zbanic, regista bosniaca nota al grande pubblico per Il segreto di Esma.
The world to come di Mona Fastvold, storia di due donne che vivono isolate in campagna (con i mariti) e che si innamorano una dell’altra. “Un film ambientato nel passato ma dalla struttura moderna e stilisticamente raffinato” precisa il direttore.
Amants di Nicole Garcia,un thriller su un triangolo sentimentale pericoloso, tratto da un testo teatrale con al centro una donna che incontra un suo vecchio amante.
And Tomorrow the entire world di Julia Von Heinz
Never gonna snow again di Małgorzata Szumowska e Chloé Zhao, classe 1982 che con il suo Nomadland porterà al Lido Frances McDorman in un film che ci permetterà di scoprire come la solidarietà umana e il senso di comunità possano salvare la vita.

Sul fronte maschile in concorso tornano grandi giganti della cinematografia mondiale come:
Amos Gitai con Laila in Haifa: una nuova e intensa riflessione sulla convivenza di due popoli, insensatamente divisi dalla politica; Andrei Konchalovsky con Dear comrades mette in scena sciopero realmente avvenuto nell’ex Unione sovietica, represso nel sangue dal KGB.
Hilal Baydarov invece presenta il suo secondo film di finzione che non assomiglia a nessun altro film perchè, secondo Barbera: “In between dying è misterioso, lirico e struggente”.
Ci saranno film storici o che faranno riferimento a periodi storici ben precisi come Padrenostro di Claudio Noce che torna sugli anni di piombo visti attraverso gli occhi di un bambino, Majid Majidi che con Khorshid restituisce un’opera su più livelli su un Oliver Twist dei giorni nostri e film di fantascienza che rimandano inesorabilmente ai regimi totalitari di oggi come Nuovo orden di Michel Franco.
Tante false piste e inattese rivelazioni sono alla base di Wife of a spy di Kiyoshi Kurosawa; dramma familiare di rara potenza, sempre secondo il direttore e selezionatore Barbera, è Pièces of a woman di Kornel Mundruczó, primo film in lingua inglese per l’autore ungherese che si avvale delle interpretazioni di Vanessa Kirbuy e Shia Labeouf. E ancora The disciple di Chaitanya Tamhane.
Ultimo in questo elenco ma sicuramente tra le opere più attese Notturno di Francesco Rosi: due anni di osservazione in Siria hanno portato alla creazione di un film che non si interessa del racconto delle devastazioni fisiche, come centinaia di reportage (necessari) visti in questi anni ma di quelle nei cuori delle persone.

Tra le sorprese più belle annunciate c’è quella che annuncia il primo lavoro dietro la macchina da presa di Jasmine Trinca che racconta così il suo Being My Mom, presentato in Orizzonti: “Il mio cortometraggio è una passeggiata metaforica nell’esistenza di due donne, una madre e una figlia, due protagoniste che protagoniste non sono se non della loro vita. Le osserviamo con sguardo accidentale, creature che partecipano dell’esistenza, inessenziali al mondo, essenziali l’una per l’altra. Un’indagine sulle strade luminose e oscure della maternità e di ogni figliolanza. Nello scegliere le due attrici, la giovane Maayane Conti racchiude nei suoi occhi tutta la meraviglia del mondo così come un residuo di selvaticità resistente ai tempi moderni che molto mi ricorda me bambina. Mentre Alba Rohrwacher… che dire… è un’attrice eccezionale, libera, pazza, malinconica. Una Buster Keaton con la sensualità di una pantera. Che grazie al suo talento generoso mi ha permesso di riabbracciare mia madre”.
E restando in tema di famiglia e iniziando a conoscere il Fuori concorso scopriamo, non la regia ma un’azione cinematografica di Jr e di Alice Rohrwacher con i contadini dell’altopiano dell’Alfina perché, attraverso il loro Omelia contadina, gli autori desiderano sostenere la lotta dei piccoli agricoltori che non si piegano alle monoculture intensive, alle speculazioni edilizie e all’uso dei pesticidi per aumentare la produzione. L’idea è quella di celebrare un funerale ma pieno di vita. Un funerale ma, come scritto anche nelle note di regia: “anche un inno di speranza dedicato a tutti coloro che giorno dopo giorno ci tengono in vita, producendo il nostro cibo”.

Nel Fuori concorso verranno presentati, in tutto, 20 film dei quali 10 di fiction e 10 di non fiction (superando l’opsoleta definizione di film documentario). Tra i venti, il film di apertura Lacci di Daniele Luchetti e quello di chiusura: Lasciami andare di Stefano Mordini.
Tra i non fiction il ritorno di uno dei più grandi registi viventi: Frederick Wiseman che con City Hall ci regala una nuova esplorazione che questa volta riguarda la sua città natale: Boston.
Sportin’ life di Abel Ferrara, regista americano che vive a Roma e che ha girato a Berlino una “celebrazione del cinema nella musica”.
Crazy, not insane di Alex Gibney;
Greta di Nathan Grossman che ha seguito la nota attivista ecologista;
Salvatore – shoemaker of dreams di Luca Guadagnino, un film appassionante dove compare anche Martin Scorsese per raccontare la storia umana, artistica e imprenditoriale di Salvatore Ferragamo, dall’infanzia a Bonito, dove ha realizzato le sue prime scarpe, al viaggio in America in cerca di fortuna, dalle esperienze a Hollywood al ritorno in Italia, dal rischio del fallimento alla rinascita nel suo laboratorio di Firenze fino alla definitiva consacrazione. Per Luca Guadagnino il film è stato un pretesto per interrogarsi su cos’è la genialità? Come nasce in sistema, che sia il cinema o la moda? E l’ossessione furiosa di una ricerca costante di idee e creazione come si sposa con la tradizione e i valori della famiglia?
Assandira di Salvatore Mereu, liberamente tratto al libro omonimo di Giulio Angioni e sceneggiato dallo stesso regista che ha girato in Sardegna una storia di famiglia e allo stesso tempo la storia di una sfida continua contro le leggi della natura.
Final account di Luke Holland invece è un film intenso e straordinariamente originale, pur tornando sul tema dell’Olocausto così tante volte narrato al cinema.
Inediti e sorprendenti anche i materiali presenti ne La verità su La dolce vita di Giuseppe Pedersoli che torna sul capolavoro di Fellini con documenti di prima mano ed evocando un mondo che ormai non esiste più.
Barbera ricorda Molecole di Andrea Segre, pre-apertura il primo settembre e precisa che il film ha stupito i selezionatori perché non si limita ad essere la cronaca del lockdown il Laguna ma mette in contrapposizione lo svuotamento di Venezia con la perdita del padre da parte del regista.
Altro film italiano molto atteso e sempre presentato Fuori concorso è quello di Giorgio Verdelli che ha potuto realizzare Paolo Conte, via con me grazie alla generosità del cantautore che si concede alla macchina con ironia e simpatia. Anche Paolo Conte sarà al Lido per una serata speciale a lui dedicata l’11 settembre.

La sezione comprende anche:
Narciso em ferias di Renato Terra e Ricardo Calil;
Hopper/Welles di Orson Welles, ricostruzione di un’intervista di Welles a Dennis Hopper.
Mandibules di Quentin Dupleo
Di yi lu xiang di Ann Hui, Leone d’oro alla Carriera 2020.
In uscita nelle sale per Bim nel 2021 The duke di Roger Michell con il premio Oscar Helen Mirren e Jim Broadben. Un film su una vicenda realmente accaduta nel 1961 quando un tassista di 60 anni, rubò dalla National Gallery di Londra il Ritratto del duca di Wellington di Francisco Goya. Kempton chiese un inconsueto riscatto: avrebbe restituito il dipinto solo se il governo si fosse impegnato di più a sostegno degli anziani, per i quali si era già battuto in precedenza. Una commedia con spunti alla Ken Loach.
Nak-won-eui-bam di Park Hoon-Jung “dalla sceneggiatura originale e una regia molto efficace” secondo Barbera.
Mosquito State di Filip Jan Rymsza
30 monedas – episodio 1 di Alex De la Iglesia
Princesse Europe di Camille Lotteau

Concludiamo con la sezione Orizzonti che vede il ritorno di Lav Diaz con Lahi, Hayop, a 4 anni dal suo Leone d’oro per The Woman who left.

Film d’apertura della sezione Mila di Christos Nikou.
Tanti esordi alla regia, primo tra tutti per l’Italia quello di Pietro Castellito che con I predatori ha realizzato un film eccentrico che ha, secondo il direttore, il coraggio di osare. Un esordio curioso e promettente. Tra i protagonisti del film Massimo Popolizio e Manuela Mandracchia.
Restando su opere di autori italiani segnaliamo: Guerra e pace di Martina Parenti e Massimo D’Anolfi e Nowhere special di Uberto Pasolini con James Norton nei panni di un padre malato che deve trovare una famiglia per suo figlio perchè gli rimangono pochi mesi di vita.
Mainstream di Gia Coppola con Andrew Garfield e Maya Hawke invece ha il pregio di indagare le derive dei social media.
La troisieme guerre di Giovanni Aloi
Milestone di Ivan Ayr
The wasteland di Ahmad Bahrami
The man who sold his skin di Kaouther Ben Hania
Zanka contact di Ismael El Iraki
La nuit des rois di Philippe Lacote
The furnace di Roderick Mackay
Careless crime di Shahram Mokri
Gaza mon amour di Tarzan Nasser e Arab Nasser
Selva tragica di Yulene Olaizola
Yellow cat di Adilkhan Yerzhanov
Listen di Ana Rocha de Sousa
The best is yet to come di Wang Jing

Il direttore, concludendo la presentazione, ha ricordato anche i già annunciati Leoni d’oro alla carriera attribuiti alla regista Ann Hui e all’attrice Tilda Swinton.

giovanna barreca