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I soliti idioti, la trasmissione televisiva su Mtv partita 3 anni fa in sordina alle 23.00 pian piano ha acquisito sempre maggiore spessore narrativo, ha visto aumentare le gag e i personaggi che si alternavano e, grazie anche alla rete tutti conoscono Ruggero e il figlio Gianluca, l’impiegata delle poste e il corriere espresso. Il produttore Pietro Valsecchi di Teodue, in conferenza stampa, confessa che l’idea iniziale era quella di stampare, per l’uscita del film prevista per il 4 novembre, 350 copie ma poi, su espressa richiesta degli esercenti, Medusa ne distribuirà 550. Il pubblico delle rete non è quantificabile ma siamo certi che una valutazione ottimistica sugli incassi non sia un calcolo totalmente errato (poi il numero spettatori sala è un’altra cosa). Probabilmente anche il passaparola aiuterà la tenuta del film perché chi ha amato gli sketch qui li ritroverà spalmati nella storia di un viaggio Milano-Roma dove Ruggero trascina con l’inganno (si inventa di avere la rontolite seborroica e volergli mostrare il luogo che ha scelto per la sua sepoltura) il figlio Gianluca, in procinto di sposarsi con la fidanzata storica. L’anziano padre non vuole questo matrimonio ma soprattutto, fatta una scommessa di un euro con un amico, desidera arrivare nella Capitale e far conoscere al figlio la modella di Smutandissime e farli ‘accoppiare’. La coppia gay – Fabio e Fabio- è invitata al matrimonio esattamente come la famigliola di Giampietro e Marialuce. Il corriere è impegnato a recapitare un regalo di nozze e dovrà vedersela con la solita impiegata delle poste. Tutti i personaggi interpretati da Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio ‘funzionano’ in tv esattamente come al cinema e anche il ritmo del film – grazie ad un montaggio oculato – non ha risentito dei tempi cinematografici.
Pur essendo poco più che trentenni, i due giovani attori, qui autori anche del soggetto, della sceneggiatura e della composizione di tutte le liriche hanno saputo fare un ottimo lavoro di sintesi, sacrificando alcuni personaggi per dare maggiore compiutezza al film. Certo il regista Enrico Lando (confermato anche per il film con tutta la troupe che collabora al prodotto televisivo) racconta una storia e ricostruisce il look e i mali dell’Italia contemporanea ma se avessero cercato, non snaturando il progetto iniziale, di rendere gli spettatori partecipi di una ricerca, di un’investigazione sui pregi e difetti degli italiani, il progetto avrebbe avuto un suo scopo e una sua utilità. Anche perché è palese che un inizio di ricerca, per non essere banali ed entrare nei soliti clichè, c’è stata; basti pensare all’uso ironico della bellezza femminile (in questo caso Madalina Ghenea) di turno e alla presenza di alcune citazioni cinematografiche. Chissà, il film si conclude con la parola “continua…”. In contratto è già previsto un sequel, rivelano i due attori e forse un secondo capitolo darà ai protagonisti-sceneggiatori l’opportunità sciupata in questo esordio.
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