La famiglia Ferragamo ha pazientato e poi ha trovato in Luca Guadagnino il regista perfetto (forse l’unico possibile) per trasformare in immagini e molto altro la biografia che Salvatore Ferragamo scrisse e pubblicò per la prima volta in inglese nel 1957 e che proprio in questi giorni esce in una nuova edizione per Electa.
Nel libro Shoemaker of Dreams il grande stilista raccontava come iniziò da apprendista ciabattino – contro il volere della famiglia che lo considerava un lavoro troppo umile – a Bonito, provincia di Napoli e come poi dalla provincia di Avellino arrivò alle stelle di Hollywood e al cinema dove capì come gli oggetti di scena indossati dai protagonisti fossero in grado di raccontare anche il loro diverso stato d’animo. Inoltre Lottie e Mary Pickford, Pola Negri, le sorelle Costello, Lolita Lee, Dolores del Rio, Barbara La Marr e in seguito Marilyn Monroe, Audrey Hepburn, Sofia Loren, Greta Garbo indossarono per anni le sue creazioni.
Un arrivo in America a soli 17 anni, con prima tappa a Boston e poi la California e la nascente Hollywood quando ancora si chiamava Hollywoodland. Studiò anatomia per comprendere la struttura del piede (sulla quale poggia l’intera salute dello scheletro, amava ricordare) e da questa consapevolezza nacquero le sue prime sperimentazioni e i suoi primi brevetti. Sarà con il ritorno in Italia nel 1927, il superamento degli anni bui della crisi del ’29 che nascerà e diventerà internazionale il marchio Ferragamo. Salvatore durante il conflitto avrà il pregio di gestire al meglio la mancanza di acciaio con l’utilizzo innovativo di materiale che oggi definiamo ecosostenibile. Di quel periodo è la sua invenzione della zeppa.
E pensare che tutto nacque a 9 anni perchè la sorella Giuseppina doveva fare la Comunione e la famiglia era troppo povera per permettersi l’acquisto delle scarpe bianche, come prevedeva la tradizione e allora Salvatore si fece prestare dal calzolaio del paese chiodi, tela bianca e attrezzi e in una sola notte confezionò il suo primo paio di scarpe, capendo quando amava quel lavoro.
Una vita straordinaria sotto il punto di vista personale e imprenditoriale è al centro del documentario Salvatore – Shoemaker of dreams, fuori concorso alla 77esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il regista premio Oscar utilizza come base narrativa la biografia omonima ma il tutto viene arricchito grazie alla laboriosa scelta dei materiali negli archivi Ferragamo (soprattutto i super8 girati da Ferragamo), nelle riviste e giornali di tutto il mondo, nelle preziose animazioni e con le immagini girate da Guadagnino che ha incontrato gli eredi Ferragamo e star di Hollywood – come Martin Scorsese . che raccontano cos’è Ferragamo, cos’è quell’idea di made in Italy sopravvissuta fino ad oggi.
E come chiediamo anche nella nostra domanda al regista è nel montaggio, realizzato con Walter Fasano, che il film si scrive e si compie regalandoci tutto il suo fascino formale. “Bilanciare tutto il materiale, a partire dai super8 girati da Salvatore quando ancora era uno strumento per pochi, era uno dei fascini per me di questo film, come quello di incrociare due sistemi apparentemente lontani ma in realtà vicini come moda e cinema”.
Nel montaggio vengono offerti diversi spunti tematici e proposte indirettamente analisi su cosa significhi studiare, fidarsi dell’istinto; su cosa sia il vero talento.
giovanna barreca