Flussi seriali – Percorsi e influenze odierne e vintage delle serie americane
“United States of Tara”: il ricco portfolio di personalità di una donna americana
(Rubrica a cura di Erminio Fischetti)
21/10/10 – Fanno tendenza, negli ultimi anni, serie comiche incentrate su personaggi femminili della classe media che non sono proprio il fiore all’occhiello di un’America puritana e di successo: spacciatrici, infermiere misantrope, etc. Donne non proprio dolci e amorevoli come le si vorrebbe, con grembiule, permanete appena fatta e biscotti in cottura. Il network via cavo Showtime ne sta sfornando un bel po’ ultimamente di queste signore. Dopo l’irreprensibile spacciatrice di marijuana Nancy Botwin di Weeds ecco un’altra gioviale moglie e madre con un piccolo difetto: Tara Gregson, casalinga, madre e decoratrice d’interni, soffre di un disturbo della personalità che si manifesta, sin dall’età dell’adolescenza, nei momenti più impensati, attraverso una molteplicità di alter ego. Marito, figlioli e sorella insicura ogni tanto possono cominciare la conversazione con la timida Tara e finirla con la disinibita teenager T. o con la casalinga in puro stile anni Cinquanta Alice o con il veterano di guerra Buck.
La produzione della serie tv United States of Tara possiede un format tipicamente cinematografico; con un approccio stilistico da film indipendente per essere esatti. Lo si evince dalla struttura dell’ambientazione, dalle sfumature tragicomiche della sceneggiatura, da una regia volutamente scarnificata (produttore e regista di alcuni episodi è Craig Gillespie, regista di Lars e una ragazza tutta sua), ma cosa più importante racconta di personaggi “sfigati” in perfetto stile Sundance: i nerd che vanno tanto di moda e fanno tanto stile America di provincia o da quartiere suburbano (come in questo caso). Personaggi che si aggirano sullo sfondo, ma che sono altrettanto importanti, si rivelano perfetto meccanismo della poetica della sceneggiatrice premio Oscar di Juno, nonché creatrice di questa serie, Diablo Cody, che si basa su di un’idea di Steven Spielberg. Infatti, come nella pellicola che l’ha resa celebre, l’ex-spogliarellista più gettonata di Hollywood, in United States of Tara, continua a rappresentare il mondo adolescenziale attraverso le figure dei due figli della protagonista: Kate, totalmente avulsa e stanca dalle problematiche psicologiche materne e per questo desiderosa di abbandonare il tetto famigliare il più presto possibile, e Marshall, omosessuale dichiarato e accettato in famiglia, studioso di cinema e con aspirazioni da regista. Diablo Cody, pur nella consuetudine del racconto dell’America di provincia, ci propone a tal proposito un aspetto molto interessante della società descritta. E lo fa attraverso il superamento della condizione omosessuale, la totale accettazione da parte della famiglia, soprattutto dei due genitori, di avere un figlio gay, tanto che l’argomento non viene neppure menzionato all’interno della serie come “problematica” se non già come partito preso, qualcosa di accettato, regolare e “normale”. Mai prima di stavolta, in particolare in una serie tv statunitense e per quanto riguarda un adolescente, ciò era accaduto. I problemi sono altri, altrove. Così, gli autori sottolineano lo sguardo di una porzione della società postmoderna americana che ha accettato la questione anche all’interno del nucleo familiare. Gli Stati Uniti di Tara, appunto! Eccellente Toni Collette, premiata con Emmy e Golden Globe, una vera chicca grafica la sigla.
“United States of Tara”
Titolo originale: id.;
Creatore: Diablo Cody;
Interpreti: Toni Collette, John Corbett, Brie Larson Keir Gilchrist, Rosemarie DeWitt;
Produzione: USA, 2009 – in corso;
Durata: 30’ circa (36 episodi suddivisi in tre stagioni);
Distribuzione originale: dal 18 gennaio 2009 su Showtime;
Distribuzione italiana: dal 2 dicembre 2009 su Mya (Mediaset Premium)