Flussi seriali – Percorsi e influenze odierne e vintage delle serie americane
“Malcolm”, voce fuori dal coro di una famiglia disfunzionale ed esilarante
(Rubrica a cura di Erminio Fischetti)
10/03/11 – La crudeltà di Malcolm in the middle è fra le più caustiche degli ultimi dieci anni della storia della tv americana. La serie ritrae con grande veridicità una famiglia americana alle soglie della povertà con un’ironia talmente dissacrante e divertente che le risate si trasformano con grande facilità ben presto in lacrime amare. Il protagonista, Malcolm, è un ragazzino con un quoziente intellettivo al di sopra della media che vive in una famiglia che deve sbarcare il lunario attraverso lo stipendio della madre mal pagata come dipendente di una catena di supermercati e il padre impiegato di basso livello. I quattro figli, tutti maschi, ne seguirà poi un quinto, sono indisciplinati e pieni di problemi comportamentali, presi in giro a scuola e, in fondo, dal sistema scolastico in generale. Il punto di vista degli episodi è quello di Malcolm, che racconta e analizza in macchina le vicende della sua scriteriata famiglia con toni cinici che non lasciano molto spazio alla comprensione e all’ottimismo. Lui è il figlio di mezzo, come si evince dal titolo, l’unico che ha la possibilità di farcela in un gruppo di totali falliti.
Linwood Boomer, il creatore della serie tv, traccia le linee di una sit-com per ragazzi, che alla fine si rivela tutt’altro in quanto molto più indirizzata agli adulti per come analizza gli squilibri della società americana e gli sfondi della provincia, che non sono certo quelli bucolici della campagna di un racconto per bambini di Patricia MacLachlan o del Kansas de La casa nella prateria! La provincia – e la mediocrità della classe medio-bassa americana – è fatta di case a schiera fatiscenti e decadenti, del disordine di una famiglia numerosa, di parcheggi polverosi, di brutti supermercati, dell’inadeguatezza degli insegnamenti scolastici e della desolazione generale. Il serial mette infatti al centro della storia tutti i danni del sistema americano, sul cui sfondo la lingua tagliente dell’adolescente Malcolm, sfigato in tutto e per tutto se non fosse per quella sua qualità intellettiva, funge da perfetta analisi sociologica neppure velata, pronta a sottolineare contesti iniqui e privi di speranza.
Nel mettere alla berlina questa tipologia di famiglia, Boomer scandaglia una buona percentuale di consumatori medi, di americani vittime di pagamenti a rate che strozzano. Nerd, loosers in tutti i sensi, la famiglia di Malcolm sembra possedere tutte le caratteristiche della classe di appartenenza, dove ovviamente si sviluppano tutte le classiche dinamiche, in particolare la madre Lois: una donna nevrotica che si fa odiare dai figli perché deve avere il “polso” di gestire la famiglia mentre il marito Hal si dimostra più indolente dei pargoli, e soffre a sua volta per i propri personali fallimenti. Malcolm si sente vittima di questa famiglia che non è in grado di stare al suo passo, ma in modi diversi sono tutti delle vittime: Hal lasciato indietro dalla sua, ricchi e snob, Lois a sua volta succube di un’accanita madre fumatrice (le comparse da guest star di Cloris Leachman sono a dir poco da antologia) priva di alcun sentimento materno, etc. Dal punto di vista tecnico, infine, Malcolm in the Middle è una gemma: girato con taglio indipendente attraverso l’uso della macchina a mano si compiace di una sceneggiatura lineare e precisa, ma non priva di sottotesti sociologici interessanti. I venti minuti di ciascun episodio sono compatti e crudelmente deliziosi e… assolutamente straordinari!
Titolo originale: Malcolm in the Middle
Creatore: Linwood Boomer
Cast: Frankie Muniz, Jane Kaczmarek, Bryan Cranston, Christopher Kennedy Masters, Justin Berfield, Erik Per Sullivan
Produzione: USA 2000-2006
Durata: 22’ circa a episodio (151 episodi; sette stagioni)
Distribuzione originale: dal 9 gennaio 2000 al 14 maggio 2006 su FOX
Distribuzione italiana: Italia 1/Fox