Flussi seriali – Percorsi e influenze odierne e vintage delle serie americane
I pilastri della terra: rispolverare la struttura della miniserie-fiume con echi di storia romanzata
(Rubrica a cura di Erminio Fischetti)
13/01/11 – In quel Medioevo britannico dove fate ed elfi non esistevano, Ken Follett ambienta la sua opera letteraria più ambiziosa – della lunghezza improponibile di mille pagine – e di maggior successo commerciale – ben 14 milioni di copie vendute. In un mix di Chiesa, sangue, potere e ambizione, la costruzione di una cattedrale gotica crea rivalità e sciagure nella vita di uomini e donne nell’Inghilterra del XII secolo. I pilastri della terra è un romanzo fiume che dopo oltre vent’anni ha trovato in una miniserie televisiva di otto ore trasmessa in America dal canale via cavo Starz!, in Italia da Sky ed ora anche in Blu-ray e DVD (per Dall’Angelo Pictures) il suo felice adattamento per lo schermo. Un testo che possiede tutti i topoi più classici dell’epica storica, dove non mancano le gelosie, le recriminazioni e le passioni trasversali di uomini e donne in un periodo storico nel quale la brutalità e la violenza erano all’ordine del giorno, dove la morte era una cosa insita nella quotidianità della vita. Il lavoro per la televisione di Sergio Mimica-Gezzan – assistente alla regia per anni di Steven Spielberg e successivamente regista di alcuni episodi di serie di culto come Heroes e Battlestar Galactica – resta fedele a tutti questi elementi nonché alla struttura della miniserie più tradizionale (il regista fu negli anni Ottanta assistente al dittico di Venti di guerra e Ricordi di guerra sulla Seconda Guerra Mondiale), che predilige una cura attenta per i dettagli del racconto e per la costruzione degli intrecci e dei caratteri dei personaggi.
In un periodo in cui la televisione dà poco spazio alle miniserie e ai film per la televisione a favore di una serialità che prosegue nel tempo, I pilastri della terra si impone con forza nei palinsesti televisivi e riscuote un ottimo successo di ascolti coronato da tre candidature ai Golden Globe (in un anno sia pure magrissimo). I pilastri della terra trasuda una palpabile ambizione sia dentro che fuori lo schermo; l’arroganza dei suoi personaggi protagonisti (la cui coralità richiama l’epica-fiume della sua storia e la durata temporale inter-generazionale e la diversità dei caratteri specifici di ciascuno di loro) si mescola con quella della messa in scena sullo schermo (l’intero lavoro è costato oltre 40 milioni di dollari). Sia l’uno sia l’altro ostentano ricchezza di elementi, visione ascetica di un misticismo non ascetico. La produzione si rivela un intrattenimento avvincente e trascinante, seppure dai toni già visti e sentiti di una visione televisiva che omaggia quella di un passato lontano e possente come quello delle co-produzioni tv euroamericane di quasi trent’anni fa e cinematografiche degli anni Cinquanta e Sessanta. La storia che racconta richiama invece alla visione di una Chiesa che confuse il desiderio di arrivare a Dio con quello temporale delle proprie cupidigie, così da arrivare molto in alto, ma solo per cadere. Continuamente e meritatamente.
I pilastri della terra
The Pillars of the Earth
Regia: Sergio Mimica-Gezzan
Sceneggiatura: John Pielmeier
Cast: Ian McShane, Matthwe Macfayden, Rufus Sewell, Eddie Redmayne, Hayley Atwell, Sarah Parish, Natalia Wörner, Alison Pill, Donald Sutherland
Produzione: USA 2010
Durata: 400’ circa