Flussi seriali – Percorsi e influenze odierne e vintage delle serie americane
The Shield
(Rubrica a cura di Erminio Fischetti)
17/06/10 – È la violenza delle strade di Farmington, quartiere periferico e immaginario di Los Angeles, il nemico con cui la squadra d’assalto del detective Vic Mackey deve ogni giorno fare i conti. Brutali omicidi, stupri, vendette fra bande, corruzione, droga sono all’ordine del giorno in quei luoghi e la polizia lì non ha certo le mani molto più pulite dei suoi criminali. È necessario trovare equilibrio, venire a patti, fare alleanze, cercare che tutto fili, laddove il sole non ha mai trovato la sua alba. Ed è così che Vic si inimica sia i colleghi che i malavitosi perché la sua personalità, la sua integrità non hanno una linea netta, si fa corrompere, copre misfatti, ne commette lui stesso, ma molto spesso anche con i suoi modi brutali, cinici, grazie alla sua capacità di sporcarsi le mani, è capace di trovare una soluzione, adempiere al proprio dovere seppur in maniera anticonvenzionale. Tutto questo e molto altro è The Shield. Perché sullo sfondo ci sono anche le famiglie, la famiglia di Vic, alla quale lui tiene più di chiunque altro, nonostante i tradimenti fatti alla moglie (poi ex) e la brutalità del suo comportamento, è un padre amorevole e affettuoso nei confronti dei suoi tre figli, due dei quali autistici e bisognosi di cure e scuole speciali molto costose. Senza dimenticare la mancanza di fondi e personale con la quale la giustizia deve fare i conti, i politici che fanno affari con capi di gang e trafficanti di droga, la prostituzione.
Shawn Ryan, creatore della serie tv nel 2002 per FX – canale via caso USA che predilige produzioni di forte realismo sviluppate sul chiaroscuro della giustizia e sull’ambiguità degli individui in situazioni estreme come Damages, Nip/Tuck, Rescue Me, Sons of Anarchy e l’ultimo Justiefied – predilige un realismo estetico e formale dove l’uso della telecamera a spalla ben rappresenta la labilità, la precarietà del mondo circostante in cui l’eroe-antieroe compie le proprie azioni, fotografando con una luce naturale muri scrostati, case fatiscenti, rughe, doppi menti, e soprattutto la bruttura della colpa. Ma cos’aveva di così innovativo The Shield otto anni fa? Essenzialmente l’aver definitivamente scardinato in televisione il provincialismo eroico della figura del poliziotto, aver distrutto quel mito di bontà, di comprensione e onestà del rappresentante della legge per eccellenza, un elemento che trova ancora più rilevanza se si pensa che l’attore protagonista, Michael Chiklis, in passato aveva figurato proprio nelle vesti del detective buontempone nella mediocre serie degli anni Novanta Il commissario Scali (totalmente irriconoscibile nell’aspetto e nei modi). Vic Mackey ha scavalcato definitivamente la barriera dei vari Kojak, Starsky & Hutch, Furillo, Sipowicz, Briscoe. E per lui il fuoco non c’è solo a mezzogiorno, come nel West di Gary Cooper, ma sempre e comunque.
“The Shield”
Titolo originale: id.;
Creatore: Shawn Ryan;
Interpreti: Michael Chiklis, Catherine Dent, Walton Goggins, Michael Jace, Jay Kernes, Benito Martinez, CCH Pounder, Kenny Johnson, Glenn Close (nella quarta stagione);
Produzione: USA, 2002-2008;
Durata: 45’ circa (89 episodi suddivisi in 7 stagioni);
Distribuzione originale: dal 12 marzo 2002 al 25 novembre 2008 su FX;
Distribuzione italiana: Italia 1 (dalla prima alla quinta stagione), AXN (sesta e settima);
Disponibile in dvd.