Ieri sera nello splendido teatro Duse di Bologna è stato assegnato a “Panique au village” di Stéphane Aubier e Vincent Patar il Platinum Grand Prize per il miglior lungometraggio del future film festival 2010, un’edizione molto ricca di eventi, segnata dalle incertezze economiche.
(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)
01/02/10 – Chiude con un risultato molto soddisfacente la 12esima edizione del Future film festival che ha avuto una ‘gestazione difficile’, per stessa ammissione dei direttori artistici Giulietta Fara e Oscar Cosulich che hanno parlato di “un anno segnato da difficoltà di ogni genere”. Tanti gli incontri davvero interessanti, tra i quali non possiamo non citare quello con Joe Letteri e l’affascinazione che ci ha regalato mostrandoci e spiegandoci passo passo le fasi di lavorazioni di “Avatar” di James Cameron. Così come non possiamo non citare le interessantissime tavole rotonde sulla stop-motion e sulle evoluzioni del 3D che hanno portato a Bologna i massimi rappresentanti del settore. Un festival momento di formazione davvero per tutti, dagli addetti ai lavori ai bimbi coinvolti in diversi laboratori. L’unica cosa negativa, di un festival davvero curato nei minimi dettagli (segnaliamo anche un catalogo davvero ben curato e preciso, come poche altre volte c’è capitato di segnalare) è la concomitanza di più cose interessanti da seguire che ci ha impedito di prendere visione di tutti i film del concorso internazionale lungometraggi, dei corti e dei film fuori concorso, proprio perché, come precisato, gli eventi collaterali, spesso belle cornici che i festival creano come eventi, in questo caso, si sono rivelati importanti da seguire. E veniamo quindi ai vincitori dei film (lungometraggi e corti) in concorso che sono stati mostrati quasi tutti per la prima volta nel nostro Paese.
La giuria composta dall’illustratrice Francesca Ghermandi, dal musicista e scrittore Emidio Clementi e dal giornalista Nick Vivarelli, ha assegnato il Platinum Grand Prize, premio del Future Film Festival per il miglior lungometraggio d’animazione o con effetti speciali “per aver creato un film fresco che è un’esplosione di energia creativa dal punto di vista visivo, drammaturgico, e anche musicale. Con gran coraggio, convinzione e una cura appassionata nell’uso della stop-motion animation, i registi hanno saputo dimostrare che non servono sofisticate, e talvolta meccaniche, tecniche al computer per creare un mondo fantastico capace di sorprenderci, di stupire, e di farci riscoprire l’immaginario sconfinato, l’innocenza, la crudeltà, e sopratutto l’irriverenza dell’infanzia” a “Panique au village” di Stéphane Aubier e Vincent Patar, considerati dalla creazione del loro Pic pic (il porcellino magico) in poi, tra i maggiori leader europei nel campo dell’animazione e della stop-motion. Nel lungometraggio premiato protagonisti di avventure surreali in un viaggio al centro della terra, saranno Cowboy, indiano, cavallo, giocattoli di plastica animati.
Una menzione speciale è stata assegnata a “Edison & Leo“, alla ‘favola che non funziona’ sull’inventore T edison (gioco di parole), sul suo elettrizzato figlio Leo e sul toccante e difficile periodo di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Girato dall’animatore e regista cadanese Neil Burns, la giuria ne ha premiato l’originalità del racconto, la complessita dei personaggi, e gli alti valori produttivi di un film che ci offre un punto di vista indubbiamente inusuale su un personaggio storico, mescolando un tipo di estetica generalmente associata con film per bambini a delle tematiche assolutamente adulte. Miglior corto a “The Lighthouse Keeper “di David Francois, Rony Hotin, Heremie Moreau, Baptiste Rogron, Gaëlle Thierry, Maïlys Vallade ‘per uno straordinario racconto dell’avventura di un guardiano del faro imbattutosi in una lucciola di dimensioni colossali”. Menzione speciale a “De si près“ di Remi Durin, ‘per la finezza della grafica e la forza delle immagini che alternano una semplice e serena realtà quotidiana fatta di segni leggeri e immagini chiare ai tragici ricordi della Grande Guerra, espressi con uno sconvolgente e violento bianco e nero’.
Auspichiamo, come chiesto dagli organizzatori, che a fronte del grande riscontro di pubblico e dei media presenti in questa difficile edizione, finalmente le istituzioni offrano al festival le dovute garanzie per poter lavorare in maniera più serena per l’edizione 2011. La cancellazione dell’evento o il suo spostamento in altra sede, sarebbe una grave perdita per tutti.