(Di Giovanna Barreca)
29/09/10 – I personaggi del mondo visibile e quelli dell’invisibile per una sorta di “odissea catartica in cui nodale è il tema della discendenza intesa nelle sue molteplici accezioni. L’amore e la morte ne sono l’espressione indissolubile” dichiara F.J. Ossang, regista di Dharma Guns, presentato nella sezione Orizzonti della 67. Mostra del Cinema di Venezia. Il regista francese, al suo quarto lungometraggio, torna al cinema dopo anni di ‘silenzio’ nei quali ha viaggiato, scritto cercando di aprirsi alla realtà del mondo, senza però smettere di guardare l’evoluzione del cinema contemporaneo. Come pioniere del rock alternativo ed esponente della scena musicale punk con il gruppo MKB Fraction Provisoire, Ossang rende protagonista del film Stan che, risvegliandosi dal coma, dopo un incidente di sci d’acqua nel quale rimane uccisa la fidanzata Délie , apprende di essere l’erede del misterioso professor Starkov. Partito verso il paese di Las Estrellas viene a sapere che il professor Starkov – probabile padre di Dèlie – ha creato un procedimento chiamato “doppio genetico” di cui Stan e Dèlie potrebbero essere state le cavie.
Inizia così per Stan un’odissea di espiazione in cui intuito e telepatia accelerano il corso del tempo. Lo abbiamo interrogato soprattutto sulla scena iniziale, l’unica che davvero abbiamo apprezzato del film.
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