19/12/08 – La mezza età è un periodo molto difficile nella vita di una persona, meno male che a dare una mano alle signore alle prese con questo naturale problema ci pensa una precisa branca dell’intrattenimento a loro dedicata, quella che va da Liala e arriva fino a Rosamunde Pilcher. Arriva perciò questo film pensato e prodotto interamente per loro, diretto dall’esordiente George C. Wolfe e interpretato da due veterani del filone come Richard Gere e Diane Lane, e per chi s’accontenta, il film non dispiace. Adrienne è ospite nell’albergo di un’amica per capire cosa deve fare della propria vita; nell’albergo incontra Paul. Assieme cercheranno di fare i conti con i propri vissuti. Scritto da Ann Peacock e John Romano, dal romanzo di Nicholas Sparks, una sorta di Shining sentimentale che fa il suo dovere grazie al gioco dei personaggi e ai mille trucchetti che sa disseminare sulla sua strada. Ambientato sulle rive di Rodanthe, il film è la classica storia sull`amore che vince su tutto e sulle seconde opportunità per essere felici, raccontata attraverso tutti i topoi della narrativa sentimentale, – lettere, spiagge, casolari, falò – il tutto centrato da due uragani che sconvolgono la vita dei personaggi.
Film abbastanza solido, segnato da un andamento old-fashioned (nella struttura e nei tempi rilassati) e da meccanismi simbolici un po’ banali, che però sa coccolare lo spettatore ben disposto, sa farlo partecipare alle disavventure dei personaggi, e perlomeno sa rilassarlo; peccato solo che Wolfe si lasci andare allo stereotipo, coronandolo con l’arrivo di pacchiani cavalli selvaggi sulla spiaggia. La sceneggiatura gioca sul sicuro giocando abilmente le carte della complicità con lo spettatore e cercando di far dimenticare le falle di buongusto del romanzo di partenza; la regia di Wolfe prova qualche colpo ma forse è meglio quando sta al posto suo, sfruttando al meglio la cura scenografica di Patrizia Von Brandenstein. Intrattenimento passabile, con la coppia Gere-Lane che viaggia rodatissima e imperturbabile e si avvale del prezioso contributo del roccioso e vulnerabile Scott Glenn. Uno di quei film che fa passare due ore: e pensarlo in tv, in un giorno di pioggia, le labbra bagnate di tè caldo, fa un effetto discreto.
(EMANUELE RAUCO)