Climbing Iran: l’energia dei sogni

Francesca Borghetti, alla sua prima regia, presenta ad Alice nella città, alla Festa del cinema di Roma, il suo documentario su Nasim Eshqi che apre nuove vie, non solo su roccia, nella Repubblica Islamica dell'Iran. La nostra intervista alla regista.
Intervista a Francesca Borghetti a cura di Giovanna Barreca

In quest’edizione della Festa del cinema di Roma sono tanti i film che hanno la forza di raccontare donne determinate a inseguire i propri sogni e che conducono le loro piccole rivoluzioni personali per ottenere un loro posto nel mondo, per far parte di quel processo di cambiamento che porterà il pianeta a diventare un posto migliore dove vivere dignitosamente.
Tra questi, per qualità stilistica e per la straordinaria forza vitale della sua protagonista, un posto di grande rilievo lo ha sicuramente Climbing Iran di Francesca Borghetti presentato ad Alice nella città.
Fanno sorridere le immagini di Nasim, la protagonista ancora bambina, quando il suo aspetto e soprattutto la sua energia e iperattività la vedevano più vicina alle attività praticate dai bambini che a quelle che, tradizionalmente, venivano praticate (o avrebbero dovuto essere praticare) dalle bambine.
Uno spirito libero fino dall’infanzia in un paese, come la Repubblica Islamica dell’Iran dove alle donne, ancora oggi, è vietato molto e dove ancora oggi esiste il dipartimento della moralità all’interno delle forze di polizia.
La salvezza per Nasim è arrivata con lo sport: prima la box e poi l’arrampicata, entrambi praticati ad altissimi livelli agonistici. La salvezza, come la sua rivoluzione silenziosa che la porta ad arrampicare – come suggerisce anche il titolo del documentario che la segue nella sua vita di tutti i giorni, come nelle sue spedizione sulle maggiori vette – qualcosa di più grande e importante per tutti.
Nasim lotta e conquista spazi di libertà dove altre, in tanti altri campi, purtroppo hanno fallito. Nasim non cede alle difficoltà ma lotta con tenacia per realizzare i suoi sogni.
Nasim legge la roccia, la sfiora con leggerezza e la usa per operare il suo cambiamento, partendo dai bambini, dalle nuove generazioni di iraniani e iraniane.

Dopo anni di lavoro come sviluppatrice di documentari all’interno di DocLab e Fabulafilm, con questo film Francesca Borghetti passa definitivamente alla regia con un progetto al quale ha creduto da subito e che, come si evince anche dalla narrazione, è cresciuto con la protagonista. I campi lunghi ci regalano non tanto il paesaggio di libertà conquistato da Nasim ma come la protagonista vede e si rapporta con il mondo che la circonda. La visione, prima della sfida.

giovanna barreca