(A cura di Laura Croce)
07/04/09 – Si è concluso sabato scorso il Premio Cinema Giovane – Festival delle Opere Prime, la rassegna organizzata dallo storico Cinecircolo Romano per dare risalto ai film degli emergenti ma anche alle migliori produzioni italiane della stagione. Giunto ormai alla sua quinta edizione, l’evento ha visto il trionfo del molto apprezzato “Pa-ra-da” di Marco Pontecorvo, che ha ricevuto il riconoscimento come miglior opera prima dell’ultimo anno cinematografico. Accanto a lui, nella categoria attori, premiati due interpreti molto eterogenei come Donatella Finocchiaro e Beppe Fiorello, uniti però dall’ottima performance nel film Galantuomini di Edoardo Winspeare. RADIOCINEMA li ha incontrati alla premiazione, raccogliendo le loro impressioni sul Festival e sul cinema italiano in generale.
INTERVISTA A MARCO PONTECORVO
Questo premio si aggiunge a una serie molto lunga di riconoscimenti già vantati da Pa-ra-dà . A questo punto deve svelarci il segreto del suo successo.
Il segreto è che tutti, dal cast alla troupe, abbiamo amato molto questa storia. Ci siamo impegnati insieme per portare avanti il film e credo che questo arrivi al pubblico.
Dopo una grande esperienza come direttore della fotografia ha esordito dietro la macchina da presa con un film non propriamente italiano. Come mai?
Non penso ci siano film giusti o meno, italiani o non italiani. Ci sono storie che ti emozionano e quella di Pa-ra-da mi ha colpito così tanto che non vedevo motivo per non farla. Le storie non dovrebbero avere nazionalità : quando ti piace una persona non ti interessa di che paese sia, e lo stesso vale per i film. Mi sono innamorato di una vicenda e non ho dato peso all`ambientazione o al fatto di non conoscere la lingua.
Ormai si può considerare un rappresentante a pieno titolo del giovane cinema italiano, come ci si sente in questi nuovi panni?
Contento. Un`opera prima è sempre un salto nel buio senza rete. Nonostante tanti anni nel cinema, la regia è un altro reparto, è come cambiare mestiere. Il fatto che sia andato tutto bene mi rende chiaramente felice e pronto a fare un secondo film. Ma dei nuovi progetti non si parla!
INTERVISTA A BEPPE FIORELLO
Allora, com’è vincere un Premio per il Cinema Giovane?
E` una bellissima sensazione che ti dà grinta, la determinazione di provarci ancora, il coraggio di continuare a fare questo mestiere e la voglia di farlo sempre meglio. Senza dimenticare, poi, il piacere di aver capito che anche il cinema è attento a ciò che ho fatto e a quello che faccio.
Cinema e tv continuano a darsi battaglia. Come si potrebbe portarli alla pace?
La lotta, se c`è, non è impari: si raccontano storie da tutte e due le parti. Se proprio volgiamo far sì che questi due colossi si fondano un po` di più, potremmo cominciare proprio dalla mescolanza tra attori. Perchè si tende a specificare che ci sono gli attori di teatro, di cinema, di televisione, come se fossero tre cose diverse: in realtà sono tutte forme d`arte che raccontano storie, e secondo il mio modestissimo parere gli attori dovrebbero poter passare da una parte all`altra senza ostacoli preconcetti.
INTERVISTA A DONATELLA FINOCCHIARO
Un’impressione su questo Festival e sul Premio Cinema Giovane che le è stato appena consegnato.
à bello, anche se non credo molto alle etichette. C`è forse un cinema per i giovani e uno per gli anziani? Secondo me non esistono distinzioni: non c`è un cinema per una fetta di pubblico piuttosto che per un`altra. Ciascuno dovrebbero avere la curiosità , a 20 anni come a 70, di andare a vedere quello che più gli corrisponde, che più lo ispira.
Molti la paragonano ad Anna Magnani, sente il peso di questa eredità ?
No, questo è un paragone che fanno i critici. Si divertono a confrontare tutto col cinema del passato. Cercano la nuova Monica Vitti, la nuova Magnani, ma si devono semplicemente rassegnare al fatto che loro non esistono più: fanno parte di un`altra epoca, sono state le attrici che hanno fatto il grande cinema italiano, ma quello che si fa oggi non è minimamente paragonabile. Non dico che sia meglio o peggio, semplicemente è diverso, sotto molti aspetti: per le storie, per gli attori, per le produzioni, per i soldi che si investono… insomma per tante cose. Però non è detto che non si possa tornare ad avere un grande cinema anche a livello internazionale, se solo qualcuno si preoccupasse di fare delle storie che coinvolgono l`animo umano a prescindere dall`appartenenza italica o meno. Se se di andasse un po` al di là della nostra Italietta, forse si riuscirebbe a raggiungere un pubblico più vasto.
I suoi ruoli hanno sempre variato molto. Cosa le piacerebbe interpretare adesso?
Una bella commedia, ora mi sento un ruolo leggero. Certo, ho una componente di attrice drammatica: è una cosa che mi viene piuttosto naturale e istintiva. Però ho anche delle corde leggere che vorrei sfruttare con ruoli più simpatici.
Lei viene dal teatro: ha qualche percorso da consigliare per formarsi come attore?
Suggerisco prima di tutto di essere curiosi. Quando mi sento ispirata da una cosa la seguo: che sia un corso, un laboratorio, un regista, un attore. Non esiste una strada vera per tutti e giusta per tutti, perciò devi puntare a quello che pensi sia bene per te. L`unico consiglio che posso dare è di seguire sempre l`istinto e di farsi ispirare dalle cose. Frequentare una scuola di sicuro è importante, ti dà più possibilità . Ma anche se non si è nella condizione di farlo, si possono frequentare corsi, imparare le lingue e magari andare all`estero: imparare il modo di recitare che hanno negli altri paesi è una grande opportunità per i giovani. L’importante, insomma, è non mettersi mai i paraocchi, ma avere un bell`obiettivo largo, praticamente un grandangolo.