In concorso internazionale al Ca’ Foscari short film festival Vegetariani di Marco Mazzone. Un titolo che ha una valenza solo simbolica, non si tratta di un film dove si analizza questa scelta alimentare ma un rapporto con il sangue, con la carne umana e soprattutto quella degli animali che il padre di Paolo (il protagonista) vorrebbe che il figlio avesse.
Il rapporto tra padre e figlio e tra i due amici Paolo e il coetaneo Roberto sono due rapporti nocivi per motivi diversi: “Sono due rapporti specchio che si ripetono dove l’ammirazione che il figlio prova per il padre, Paolo vorrebbe ricrearlo nei confronti dell’amico ma poi, come si vede – seguendo la narrazione – i due rapporti si ribaltano e l’amico lo sovrasta. Tutto però parte da un’educazione sbagliata, da un rapporto sbagliato con il padre e nel momento decisivo Paolo farà la scelta sbagliata con Roberto“, precisa il regista, cercando di non dire di più perché è facile svelare troppo e rovinare la visione.
Una narrazione lineare per raccontare un’amicizia tradita, dove l’ambientazione diventa protagonista per raccontare lo stato d’animo di Paolo, come sottolinea anche la prima inquadratura dove il giovane è avvolto da un cielo di un bianco molto denso che non permette di vedere nulla intorno.
Nella nostra intervista, oltre ad esaminare gli aspetti tecnici affrontati con i colleghi di corso del Centro sperimentale di cinematografia di Roma, dove Mazzone si è formato e ha studiato – dopo una laurea in cinematografia alla R.U.F.A (Rome University of Fine Arts) – precisa come l’alternanza soprattutto tra primi piani e campi lunghi siano alternanze emotive volute e studiate a lungo.
giovanna barreca