“Uno sguardo in macchina che ha dato il la a questa edizione” afferma la prof.ssa Roberta Novielli – ideatrice e direttrice artistica -, durante la conferenza stampa dell’11esima edizione del Ca’ Foscari Short film festival, facendo riferimento al manifesto firmato da Lorenzo Mattotti che campeggerà in tutte le diverse sedi del festival veneziano, quest’anno ancora più diffuso perché saranno 11 le sedi (Museo del ‘900, Fondazione Levi, Fondazione Stampalia, Poli museali regionali- Museo Grimaldi, Museo Archeologico, Galleria d’arte moderna, Fondazione La Masa, Concilio europeo dell’Arte, Casa del cinema, Nh Venezia) che si affiancheranno alla storica location dell’Auditorium di Santa Margherita. Inoltre, grazie a WeShort, nuovo partner del festival, la giovane piattaforma on demand distribuirà alcuni film del concorso internazionale.
Uno sguardo in macchina che non può lasciare indifferenti e che ha portato a dedicare quest’edizione soprattutto alle tematiche femminili: donne che devono sopravvivere a situazioni difficili, donne che sono costrette ad affrontare tante sfide. Questa tendenza è stata evidente durante la selezione dei corti del concorso internazionale (cuore della kermesse), – provenienti da tutte le scuole di cinema del mondo – e ha poi legato tutti i programmi speciali del festival che, ricordiamo, è organizzato e gestito interamente dagli studenti dell’università Ca’ Foscari di Venezia. Quest’anno ben 320 studenti si sono occupati della scelta dei corti del concorso – insieme a un comitato scientifico – e della gestione di tutti i diversi aspetti artistici e tecnici-logistici: dalla sottotitolazione dei film, alla sigla del festival, alla gestione degli ospiti. Sempre coordinati dalla prof.ssa Roberta Novielli.
Altro record importante che denota quanto il festival stia crescendo e diventi sempre più interessante per i giovani autori è il numero di corti candidati: ben 2500 cortometraggi, giunti dal 110 paesi. Dopo mesi di selezione sono stati scelti 30 film provenienti da 24 paesi: dalla Finlandia al Brasile, passando dal Libano per arrivare alle Filippine. Come sempre la maggior parte sono film di diploma in prestigiose università e/o scuole di cinema. Da Naba-Nuova accademia di Belle arti giunge Where the leaves fall di Xin Alessandro Zheng, da Famu-Film and tv school of academy of performing arts di Dominik Gyorgy il corto Dalsia – The next one, solo per citare due corti, prima di visionare e intervistare i diversi autori, presenti a Venezia. A decretare il vincitore, durante la serata finale dello Short, una giuria formata dallo scrittore, sceneggiatore e regista Philippe Claudel, l’animatore e produttrice statunitense Tony Grillo, la selezionatrice in diversi festival e autrice nel 2019 del suo primo corto, Laura Aimone.
L’undicesima edizione aprirà, in presenza, un giorno prima per celebrare il primo e importante incontro con un nuovo partner, il Guang Hua Cultures et media, gruppo cinese che ha sedi in tutta Europa e grazie al quale è facile veicolare la cultura dalla Cina all’Europa e viceversa. Sono oltre 40 le scuole di lingua cinese, in cui vengono organizzate varie attività focalizzate sui temi della formazione e dell’educazione inter- linguistica ed interculturale, volte alla migliore integrazione della comunità cinese in Europa. Nel 2016 il gruppo ha inaugurato la prima Mostra cinematografica cinese in Italia a Milano, per poi toccare ogni anno una città diversa; quest’anno verrà inaugurata presso la prestigiosa Sala Cà Dolfin dell’Università Ca’ Foscari per poi raggiungere altre città italiane. La curatrice della rassegna Elena Pollacchi introdurrà Shadow di Zhang Yimou e Ash is the Purest White di Jia Zhang-ke, presentato al Festival di Cannes.
E proprio mentre si diffondeva la notizia della chiusura delle scuole per tutte le bambine afgane che potranno frequentare solo la scuola elementare, la regista Alka Sadat, in collegamento – durante la conferenza stampa – ha descritto la situazione drammatica nel suo paese e il lavoro fatto, negli anni, con l’Herat Women Film Festival che ormai non esiste più, anche perché le donne sono le principali vittime del cambio di governo. “Il cinema è importante per far vedere donne forti e questo è sovversivo in un ambiente come quello afghano” ha ribadito la regista che, con la sorella Roya Sadat – regista, produttrice cinematografica e attivista – ha sempre promosso battaglie per i diritti civili, per la parità di genere e per l’autodeterminazione sessuale, permettendo alla kermesse di diventare uno dei più necessari festival di cinema e donne del continente asiatico. Alla forza di due autrici che devono poter continuare ad esprimere la loro arte in maniera libera, lo Short dedica un programma speciale con la proiezione di Qsa hay shab Afghanistan- Afghanistan night stories di Aka e Namai ba rahis Gomhor – a letter to the president di Roya, alla presenza di Alka Sadat.
Di donne si parlerà anche nel programma dedicato al cinema indiano, con la proiettate di Bebaak-Dying wind in her hair di Shazia Iqbal e di Khayali Pulao – Daydreaming di Tarun Dudeja. “Sia Iqbal che Dudeja scelgono di mettere in scena la storia di due studentesse, costrette a confrontarsi con una società maschilista che intralcia le loro aspirazioni e passioni”, afferma la curatrice Cecilia Cossio.
Tra gli ospiti di grande prestigio presenti a Venezia, segnaliamo il regista, ormai di culto, Shin’ya Tsukamoto, adottato dalla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia dove Kotoko vinse, nel 2011, il premio per il Miglior Film della sezione Orizzonti e dove presentò, in concorso Fires on the Plain nel 2014 e Killing nel 2018.
A distanza Kabir Bedi parlerà della sua lunga carriera d’attore e soprattutto presenterà – in qualità di Global ambassador – Care&Share, organizzazione umanitaria – nata trent’anni fa in Laguna- in prima linea nella difesa dei diritti per l’infanzia in India e soprattutto per il diritto all’istruzione, intervenendo concretamente con la costruzione di scuole, asili per fornire ai bambini un concreto aiuto per avere un futuro. Bedi, con l’associazione, ha promosso corsi di cinema perché “il cinema può salvare la vita o comunque aiutare i giovani ad uscire da una situazione di disagio”.
Un programma speciale – curato da Carlo Montanaro – proporrà un percorso dedicato al cinema delle origini, con protagonista la carta che ha portato a quello che oggi chiamiamo animazione. elemento da sempre fondamentale che ha aiutato la nascita e l’affermazione del cinematografo. E un altro, come consuetudine, curato da Elisabetta Di Sopra, Lo sguardo sospeso con opere selezionate dall’Archivio di Videoarte Yearbook di Bologna.
L’amicizia nata su facebook tra la prof.ssa Roberta Novielli e l’attivissimo gruppo Mujeres del cinema – che raggruppa donne italiane che lavorano nel cinema in diversi ambiti (dalla comunicazione, ai diversi lavori sul set, alla scrittura, alla produzione) – ha portato alla selezione, da parte del gruppo, di 24 corti di giovani autrici, proiettati al festival.
Il Festival è realizzato con la collaborazione della Fondazione di Venezia, con il supporto della Fondazione Levi e di NH Venezia Rio Novo, Guang Hua Media et Culture, WeShort, Carpenè- Malvolti, il Museo Nazionale del Cinema di Torino e Le giornate della luce di Spilimbergo.
giovanna barreca