Dalla nostra inviata Lia Colucci
A Cannes 64 Fuori Concorso un tributo a una delle cinematografie più seguite: Bollywood. La crasi di Hollywood e Bombay dà vita a questo fenomeno capace di raccontare la storia indiana e le sue contraddizioni. Bollywood, The Greatest Love Story Ever Told, è un documentario diretto da un curioso binomio di registi: uno hindi, Rakeysh Omprakash Mehra e l’altro americano Jeff Zimbalist, che insieme ricostruiscono la lunga vicenda legata al cinema più popolare del mondo. E non è un caso che i produttori siano famosi anche in Europa: Shekhar Kapur per i suoi film girati nel Vecchio Continente soprattutto a sfondo storico come Elizabeth con Cate Blanchett e Le Quattro Piume, l’altro Ronnie Screwvala considerato il Jack Warner, o per dirla in termini più moderni il Murdock indiano, hanno realizzato insieme questo progetto perché credono nel futuro della settima arte nel loro Paese. Ed infatti il film è un trionfo di danze e di colori, ovviamente il tema dominante è sempre l’amore: perduto, ritrovato e infine trionfatore su tutti i disagi, i pericoli, i malesseri. Nessuna avversità resiste al sari bagnato di lacrime innamorate, mentre osserviamo una quantità di bocche infinite unirsi in appassionati baci.
Ma se è vero che il filone principale resta quello sentimentale a Bollywood non mancano di certo gli altri generi: dal western, in realtà un po’ ingenuo, al noir, dove il cattivo è veramente una caricatura, c’è anche una sorta di Kung–fu pallida imitazione di Bruce Lee, sino a giungere al genere prediletto la commedia sentimentale, dove tra canti e danze tradizionali si consuma la straziante passione degli innamorati. Ma i due cineasti non si sono accontentati di fornire informazioni su quello che è Bollywood oggi, anzi la narrazione torna indietro sino a le suggestive immagini di repertorio in bianco e nero, scovate chissà dove, in cui possiamo assistere agli esordi del cinema in India, quando era ancora una colonia inglese. Ancora materiale di repertorio, per far apparire Ghandi e la lunga lotta per l’Indipendenza, tema ricorrente anche nel cinema. Interessante l’incontro scontro con Hollywood, quando si aprono i microfoni ed è la gente a parlare: gli indiani si sentono migliori degli americani, difendono il loro cinema e le loro star che da loro hanno un seguito da far gola a qualsiasi produttore, due miliardi di persone.