(Dalla nostra inviata Lia Colucci)
19/02/11 – Ma che strana questa 61. Berlinale: seria, compunta, sperimentale e intellettuale… Che poi apre e chiude con due film di gran cassetta e muniti di cast d’eccezione. Se il festival è stato inaugurato da True Grit, l’ultima proiezione ufficiale è stata Unknown (Fuori Concorso), un thriller psicologico e d’azione diretto da Jaume Collet-Serra con Liam Neeson nei panni di un agronomo che arriva a Berlino per una conferenza e si ritrova vittima di un incidente, in un taxi guidato dall’avvenente Gina (Diane Kruger). Lui va in coma per quattro giorni e al suo risveglio scopre di non essere più il Dr. Martin Harris: qualcun altro ha preso il suo posto, e anche la moglie Elizabeth (January Jones) sembra non riconoscerlo. Così l’ex Dr. Harris si ritrova solo e sconsolato; gli unici che possono aiutarlo sono Gina e un ex membro della Stasi (la polizia della Germania Sovietica), abilissimo nel risolvere intrighi e nel ritrovare persone. Naturalmente l’intrigo si rivela essere molto più pericoloso di quanto appaia all’inizio e gli interessi in gioco estremamente più alti: di mezzo ci sono anche gli Arabi a condire questa macedonia action, però ben riuscita.
Jaume Collet-Serra ritrae una Berlino dalla bellezza algida ma splendida, dove inserisce incredibili inseguimenti: si vede che il regista catalano deve aver assimilato il meglio di quel tipo di cinema americano che strappano l’applauso, inoltre condisce la pellicola di flash back psichedelici e di combattimenti mozzafiato. Possiamo anche dire addio a ogni forma di intimismo e a intellettualismi di vario genere.