Anche se ancora agli arresti domiciliari, il maestro Polanski avvince il pubblico della Berlinale con la sua nuova, cupa, spy story. Attesa in Italia per il 9 aprile
(Dalla nostra inviata Lia Colucci)
15/02/10 – Arriva alla Berlinale il tocco accattivante del maestro Roman Polanski che con il suo “The Ghost Writer” (titolo italiano “L’uomo nell’ombra”) dà ai novellini una bella lezione di cosa significhi cinema classico. La sensazione è infatti che il regista si sia rifatto al cinema d’oro hollywoodiano, quello degli investigatori malinconici e solitari che arrivavano al cuore della vicenda sia con l’azione che con la deduzione. Nei panni dell’eroe il ghost writer Ewan McGregor, chiamato a riscrivere la biografia di un ex premier inglese interpretato dall’affascinante Pierce Brosnan. Da questo piccolo nucleo narrativo Polanski scatena una spy story condita di noir a tutti gli effetti, in cui si riaffaccia anche una dark lady bravissima nel fare il doppio gioco. Molti elementi vengono messi in campo, forse troppi, ma la bravura del cineasta è quella di lasciare sempre limpida e comprensibilissima la trama, per lo più girata in un isola del Maryland dove l’ex premier si è rifugiato e dalla quale – vedi i casi della vita – non può essere estradato in Inghilterra. La pellicola si avvale di una fotografia veramente sensazionale, mentre il plot si sviluppa avvincendo lo spettatore e il finale amaro rispecchia il cupo e tormentato carattere di Polanski da sempre allergico agli happy end. Un film atteso che non ha smentito le aspettative, l’ennesima zampata del vecchio leone.