Il Curioso Caso di Benjamin Button
13/02/09 – Il classico film da Oscar, e ciò può essere detto sia con tono d`apprezzamento sia con lo snobismo di chi, dall`Academy, non si aspetta che polpettoni. David Fincher aveva tutto l’occorrente per fare un polpettone (e qualche cinico dirà che lo è): una sceneggiatura enorme, che mischia favola e storia, un pretesto ottimo per fare spettacolo e commuovere e una produzione di grande richiamo da 150 milioni di dollari. Ma il regista riesce a non farne un polpettone proprio giocando sul terreno dell`Oscar: semplicità , spettacolo, emozioni. Ingredienti con cui Fincher farà il suo film meno personale, ma uno dei suoi più belli. Il curioso caso è quello di un bambino che nasce con le sembianze e il corpo di un anziano e che, col passare degli anni, invecchia ringiovanendo: se ne raccontano l’esistenza, le gesta, gli amori, specie quello con Daisy, la donna della sua vita. Una trama semplice su cui la sceneggiatura di Eric Roth e Robin Swicord (dal racconto di Francis Scott Fitzgerald) innesta una serie di racconti e digressioni tra passato e presente – che ricorda la vena malinconica del “Big Fish” di Burton – cercando di riproporre il grande cinema hollywoodiano, quello con cui sono cresciute e si sono formate 3 o 4 generazioni di cinefili. E anche i temi, nella loro semplice universalità , aiutano: intanto la storia d`amore disperata, con due protagonisti che non possono evitare di andare in direzioni opposte; il rapporto tra vecchiaia e gioventù; la tenerezza e la durezza della maternità ; la Storia come specchio del racconto dei protagonisti. Il tutto sfruttando una classica cornice drammatica (una donna muore mentre arriva l`uragano Katrina) e i flashback.
Dove il film riesce nel suo miracolo, è nel rendere una serie di topoi al limite dello stereotipo una favola filmica, ammaliante ed emozionante, in cui si sfrutta fino in fondo la potenza del cinema in grande: il tono scanzonato del racconto che si piega poco a poco a un’ineluttabile tristezza, la messinscena classica e di ampio respiro, il tono intimo e toccante con cui si seguono le vicende dei personaggi. Un film romanzesco, nel senso più giocoso del termine, la cui sceneggiatura si diverte a giocare coi registri, riuscendo a far trovare spazio a una scena di battaglia e a una fantasia comica stile “Amèlie” (la scena dei “se”), trovando il suo unico limite nei manierismi con cui si cerca di ammiccare al pubblico di “Titanic” o “Forrest Gump” (il colibrì). Manierismi che Fincher mette da parte grazie alla pulizia di una regia che, prima di ogni virtuosismo, vuole guardare gli esseri umani e i loro rapporti, ma che sa come rendere inappuntabili i contributi tecnici di Donald Graham Burt (scene), Alexandre Desplat (musiche), Eric Barba (effetti speciali, soprattutto il mirabile motion capture). E proprio guardando gli esseri umani sa trarre il meglio da un Brad Pitt perfetto per il ruolo, e una sempre regale Cate Blanchett, che guidano un cast perfetto anche nei ruoli piccoli (favoloso il vecchietto colpito dal fulmine). Hollywood al suo meglio, e che Oscar sia, milionari indiani permettendo.
(EMANUELE RAUCO)
Titolo originale: The Curious Case of Benjamin Button
U.S.A., 2008
Regia: David Fincher
Cast: Brad Pitt, Tilda Swinton, Cate Blanchett, Julia Ormond, Taraji P. Henson, Lance E. Nichols, Elle Fanning
163`
Drammatico, Romantico
www.benjaminbutton.com
Distribuzione: Warner Bros.
Data di uscita: 13 Febbraio 2009