Ascolta l’intervista di, RADIOCINEMA, a cura di Giovanna Barreca, a:
(Di Giovanna Barreca)
04/10/10 – Decidere di realizzare un laboratorio “Fare cinema” per due settimane in diverse estati, dal 1999 al 2008. Scrivere insieme ai ragazzi un soggetto, prendere un paio di personaggi come punti di riferimento costanti (personaggi che crescevano anche fisicamente come Elena, da bimba ad adolescente) e creare ogni anno episodi singoli, con un loro inizio e una loro fine. In tutti Elena, che vive con le zie a Bobbio perché la madre, che fa l’attrice, è sempre in giro, almeno fino a quando non decide di portarla con sé a Milano. Marco Bellocchio ha fatto questo con gli studenti del Centro sperimentale di cinematografia che si sono trovati nel suo paese natio, Bobbio, per lavorare e imparare insieme qualcosa del suo cinema, che ricordiamo annovera capolavori come I pugni in tasca (1965), Sbatti il mostro in prima pagina (1972), Matti da slegare (1974), Enrico IV (1984, L’ora di religione (2002), Buongiorno, notte (2004), Vincere (2009), solo per citarne alcuni.
Da sei gruppi diversi non ci si poteva certamente aspettare un lavoro che avesse un’unicità che invece l’autore, rimettendo mano a tutto il girato, ha trovato (“nonostante certe divagazioni d’intreccio, imprecisioni e ripetizioni di dialogo”) tanto da dar vita a Sorelle mai, un lungometraggio “un film per caso” di 105 minuti, presentato fuori concorso alla 67. Mostra del cinema di Venezia. “Nello specifico è il tema di chi va e di chi viene che ha unito questi diversi film” dichiara Marco Bellocchio, che chiude con questo lavoro (che riprende Sorelle, presentato nel 2006 a Roma) l’esperienza vissuta con la sua famiglia, gli studenti e i tanti attori (Giorgio Bellocchio, Donatella Finocchiaro, Alba Rohrwacher, Silvia Ferretti) che si sono prestati gratuitamente ai laboratori.