Belli e indipendenti – Indagine sull’odierno cinema indipendente a cura di Giovanna Barreca
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Come piace ricordare al direttore artistico Michele Suma, il Sudestival – Sguardi di cinema italiano, versione invernale, accompagna gli spettatori in un viaggio nel nostro cinema indipendente per tutto l’inverno fino all’inizio della primavera. In sale da circa 600 posti l’una di 4 comuni del barese, con cadenza quasi settimanale, si svolgono, di uno stesso film due proiezioni – una alle 18 e una alle 21- alla presenza dell’autore della pellicola. La 13esima edizione (il festival riceve l’adesione del Presidente della Repubblica), è caratterizzata dalla grande attenzione per le opere di giovani autori alla loro opera prima, in alcuni casi presentati in anteprima nazionale o regionale. L’apertura del festival è stata regalata a Pippo Mezzapesa che, dopo la buona accoglienza al Festival di Roma, ha presentato il suo primo lungometraggio, Il paese delle spose infelici, tratto all’omonimo romanzo di Mario Desiati. Il 27 gennaio è stata la volta di Andrea Segre che, dalla proiezione di Io sono Li alle Giornate degli autori (Venezia 2011), non si è mai fermato. La pellicola, a cinque mesi dall’uscita ufficiale è ancora in circuitazione nelle sale. Abbiamo intervistato il direttore artistico del festival, Michele Suma, che – come terza proiezione – ha selezionato un’anteprima nazionale di un autore che per certi versi è cresciuto con il Sudestival: Federico Rizzo.
Il giovane autore, nato a Brindisi ma formatosi artisticamente a Milano, ha presentato diversi suoi lavori all’interno del festival e il suo primo lungometraggio ufficiale Fuga dal call center, ambientato a Milano, iniziò proprio dal festival pugliese a ricevere buona accoglienza da parte di pubblico e di critica, vincendo il premio della Giuria Giovani. Il suo secondo lavoro, Taglionetto si allontana almeno apparentemente da temi sociali di stretta attualità per immergersi in un dramma psicologico in cui indaga le menti deviate di una donna e di un giovane uomo (Dorotea Mercuri e Giulio Forges Davanzati). Abbiamo conversato a lungo con l’autore (stasera presente in sala con i suoi attori), per capire cosa nascondeva la sua volontà di calare il film in atmosfere da cinema anni Settanta, nel cinema horror di Mario Bava e di Lucio Fulci, autori solo da pochi anni riscoperti dalla critica. Il film omaggia il genere in molte scene esplicitamente splatter, ma oltre all’analisi del genere e alla presentazione di diversi archetipi, è significativo il lavoro sulle psicologie dei due protagonisti; l’obiettivo raggiunto e che regala un valore aggiunto al film è di averne saputo indagare il percorso interiore. Anche perché, come ricorda lo stesso autore, proprio mentre girava il film in Puglia (nella provincia di Brindisi), in tutta la Penisola dall’omicidio di Novi Ligure a quello di Sarah Scazzi ci si interrogava su efferati omicidi dai moventi apparentemente futili compiuti da giovani. A condurre le indagini che porteranno a scoprire i colpevoli è Nino Frassica, al quale è destinato il compito di essere un investigatore credibile, ma allo stesso tempo – attraverso battute più o meno riuscite con il suo sottoposto – di offrire un contraltare al continuo stato di tensione del film. Taglionetto è adatto a tutti, compresi i neofiti del genere che seguiranno l’evolversi degli avvenimenti, entrando lentamente nel secondo dramma del film (celato per i primi 40 minuti) e ricevendo buoni spunti di riflessione.
Del Sudestival torneremo a parlare perché saranno altre le anteprime nazionali che ospiterà: da Giochi d’estate di Rolando Colla ad Appartamento ad Atene di Ruggero Dipaola, solo per citare gli appuntamenti più imminenti.