Belli e indipendenti – Indagine sull’odierno cinema indipendente a cura di Giovanna Barreca
Ascolta l’intervista di RADIOCINEMA al regista:
“La RSI, la tv del Canton Ticino, è la migliore televisione in lingua italiana che c’è al mondo e sapevamo che saremmo stati ascoltati” – ci ha spiegato Davide Livermore per raccontarci perché il suo documentario W Verdi, Giuseppe! è coprodotto dalla Radiotelevisione Svizzera Italiana e dall’Associazione Baretti in collaborazione con la Fondazione Teatro Regio di Torino (teatro dove il 18 ottobre ci sarà la prima proiezione al pubblico, ad ingresso gratuito, dopo l’anteprima al Rossini Opera Festival di Pesaro il 21 agosto). Aggiungiamo così un altro tassello importante alla nostra inchiesta sul cinema indipendente scoprendo la realtà aperta e positiva di una televisione che produce documentari e poi sa offrirgli una circuitazione. Una tv statale che premia l’originalità dei format e le professionalità maturate negli anni da chi li presenta. Lapalissiano che, un gioco ironico sull’Opera nel Risorgimento – considerata nel mondo come il prodotto culturale più straordinario creato dalla nostra cultura e società, soprattutto nell’Ottocento – e il lavoro di studio, approfondimento nel teatro e nella letteratura di Davide Livermore, Alfonso Antoniozzi e Corrado Rollin (sceneggiatori e interpreti), abbiano portato a questa collaborazione riuscita. Le risate a proiezione in corso e il lungo applauso finale ieri sera alla prima proiezione ad inviti al Cineteatro Baretti di Torino, sono poi il primo giusto riconoscimento al documentario.
Giuseppe Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Bertu e Bastiano – macchinisti del Regio – Ciro Menotti, Massimo D’Azeglio, Metastasio, Amleto e il suo teschio, Richard Wagner, Vittoria Maria Crispi e la sua serva Gasparina, Giuseppe Verdi e il librettista Francesco Maria Piave (tra i più divertenti) sono alcuni dei diversi personaggi che nel film raccontano il fondamentale ruolo politico avuto dal teatro dell’opera per l’unificazione del Paese. Era una lingua che ci raccontava, sapeva parlare del popolo e al popolo e sapeva raccogliere in sé il senso della comunità e le diverse istanze politiche perché anche attraverso altre storie, raccontava la nostra storia, la nostra società. Quei libretti parlavano già di un’Italia che ancora non esisteva nella carta, che non aveva una lingua comune, regalatele invece da quei testi.
W Verdi, Giuseppe!, divertendo in maniera intelligente, è un documentario divulgativo sul ruolo e il compito che ebbe l’opera in un’Italia che non era ancora Nazione ma che attraverso la volontà del popolo e attraverso il sacrificio di molti, lo sarebbe stato da lì a poco.
Nel film oltre all’uso di location fondamentali come il Teatro Regio, il primo Parlamento italiano, troviamo importanti contributi di lirica come brani e passaggi verdiani eseguiti dall’Orchestra della Svizzera Italiana e dal Coro della RSI, diretti da Diego Fasolis e dall’Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino diretti da Gianandrea Nosedia, due dei più importanti direttori d’orchestra a livello internazionale. Poi ci sono gli omaggi al teatro del varietà di attori comici come Vianello e Mondaini, Ugo Tognazzi, Walter Chiari. E soprattutto nella seconda parte possiamo ammirare alcuni allestimenti di opere che ancora oggi fanno politica vera come allora, che utilizzano arie del passato e storie del passato per parlare di uomini e donne che nei giorni nostri rischiano la vita per difendere il Paese. Passaggi straordinari che stimolano ad una riflessione profonda a cui nessuno potrà sottrarsi. W Verdi, Giuseppe! uscirà in dvd con il quotidiano “La Stampa” dal 19 ottobre.