Esce nelle sale la dichiarazione d’amore di Tornatore alla sua Sicilia
25/09/09 – Sarà l`eccesso di presenza e clamore mediatico che l`hanno accompagnato, quel “rumoreggiare” intorno travagliate vicissitudini realizzative a base di focosi “tira e molla” tra un regista meticoloso, forse troppo, e una produzione non particolarmente avvezza alle bizze autoriali. Saranno stati i continui aggiornamenti sull`interminabile casting, il cui fervore onnicomprensivo dal retrogusto altmaniano, ha permesso di inglobare i nomi più noti del cinema italiano mettendo insieme, e sullo stesso piano, comici in cerca di riscatto, interpreti di classe, divi televisivi e giovani esordienti. O sarà forse la smisurata ambizione, da parte di un regista-auteur, nel pieno senso della parola, capace di una visione cinematografica totale e di una dedizione smisurata verso un progetto a lungo sognato, e, a fronte, l`enfasi di una critica prematuramente pronta ad annunciare il capolavoro. Certo è che, il concorso di queste circostanze, indirizzato alla creazione di un`attesa ammantata di mito, non sembra aver poi così giovato a Baaria, ultima fatica di Giuseppe Tornatore, presentato in apertura alla 66esima Mostra del Cinema di Venezia e accolto dai tiepidi applausi di circostanza della stampa internazionale. Ed effettivamente, non siamo certo di fronte ad un`opera eccezionale, ma ad un film buono e piacevole, che guarda al Leone di C`era una volta in America, ma richiama alla mente La Meglio gioventù di Giordana, col suo affresco, onesto quanto scontato, di storia italiana raccontata attraverso le vicende di un bambino e della sua famiglia, dall`avvento del fascismo fino al presente.
Ma Baaria è soprattutto una dichiarazione d`amore, appassionata e disillusa, che Tornatore rivolge alla sua Sicilia, e soprattutto alla sua città d`origine, Bagheria, con affetto talmente smisurato e tangibile nella regia eccessiva e barocca. Perchè se già sul piano dei temi affrontati, la sceneggiatura (dello stesso regista) non risparmia nulla, dalla guerra alla mafia, dalla questione meridionale alle lotte studentesche, pasando per politica, boom economico, condizione femminile, la regia non è da meno, col suo sfoderare un linguaggio filmico fin troppo ricco, tra figure retoriche (allitterazioni, simboli e metafore), autocitazioni spesso gratuite, e strizzatine d`occhio al pubblico straniero allietato dall`immancabile immaginario italico da cartolina. Un campionario che avrebbe richiesto mano più ferma per evitare di porsi, come invece accade, al confine tra virtuosismo ed esibizione pacchiana. Restano tuttavia la sontuosità e l`accuratezza della messa in scena, la buona prova complessiva degli attori, e la calda fotografia di Enrico Lucidi che può così egregiamente riscattarsi dalla non eccelsa prova in Iago di De Biasi. Stucchevole e magniloquente la colonna sonora di Morricone.
Titolo originale: Baarìa
Produzione: Italia, Francia 2009
Regia: Giuseppe Tornatore
Cast: Francesco Scianna, Margareth Madè, Nicole Grimaudo, Angela Molina, Lina Sastri, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Luigi Lo Cascio, Enrico Lo Verso, Nino Frassica, Laura Chiatti, Michele Placido, Vincenzo Salemme, Giorgio Faletti, Corrado Fortuna, Paolo Briguglia, Tony Sperandeo, Monica Bellucci, Leo Gullotta, Raoul Bova, Beppe Fiorello, Donatella Finocchiaro
Durata: 150′
Genere: drammatico
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 25 settembre 2009
Baarìa trailer: