27/10/10 – Abbiamo avuto il piacere di incontrare un artista poliedrico che si è avvicinato al cinema con una sola pellicola da regista: La pecora nera. Stiamo parlando di Ascanio Celestini una rivelazione solo per i non addetti ai lavori che lo hanno scoperto per la prima volta a l Festival di Venezia. Ma Ascanio è attivo da più di dieci anni, quando esordì a teatro con Cicoria. In fondo al mondo Pasolini. Già allora si vedevano in nuce quegli elementi che avrebbero caratterizzato la sua poetica: un’attenta riflessione sui temi dolenti del vivere civile, sempre però accompagnati da una sottile ironia, e con occhio rivolto alla fine della civiltà contadina completamente contaminata dalla cementificazione. Problematiche care anche a Pasolini. Il suo percorso teatrale continuerà sempre nel nome dell’impegno sociale (Fabbrica 2002, e Live. Appunti per un film sulla lotta di classe 2006).
Nel 2005 esce il suo libro La pecora nera: epitaffio del manicomio elettrico che racconta in forma sconcertante i meravigliosi anni Sessanta visti con gli occhi di un emarginato sociale, e dove riaffiorano tutte le sue peculiari tematiche. Il libro è poi diventato film e, nonostante la forte connotazione politica che hanno cercato di attribuirgli, è stato un successo alla Mostra del Cinema di Venezia del 2010.
Ascolta l’intervista di RADIOCINEMA, a cura di Lia Colucci, al regista e interprete di La pecora nera: