Entrare in territorio oscuri dell’anima, permettere ad altri di farlo perchè ci amano. L’ostacolo più grandi di due donne che si incontrano – una giovane professoressza disoccupata e una donna di cinquant’anni analfabeta – è l’accettare una l’aiuto dell’altra. In Las analfabetas di Moisés Sepùlveda, presentato nella sezione Settimana della critica, Ximena accetta inizialmente l’aiuto di Jackeline perchè ha una lettera che da tempo vuole leggere ma non è pronta a relazionarsi con la ragazza che, a sua volta, non ha mai vissuto un rapporto di intensa complicità con altri. Se una deve imparare a scrivere, l’altra deve imparare a leggere nelle non parole delle persone. I conflitti e le complicità messe in scena rivelano due importanti prove attoriali e due interpreti che sarà difficile dimenticare. Paulina Garcìa e Valentina Muhr, straordinariamente intense nei loro scambi verbali e non verbali sono state scelte dal regista perchè interpretavano già brillantemente tale piecès a teatro e hanno saputo – come confessa Sepùlveda: “entrare immediatamente nei tempi tecnici dettati dalle battute in un film”.
GIOVANNA BARRECA