Il collettivo Amanda Flor al 5° Festival Internazionale del Film di Roma
(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)
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01/11/10 – Lavoro, famiglia, degrado sociale. Su questi temi decidono di puntare l’attenzione Davide Alfonsi e Denis Malignino che tornano alla regia dopo l’ottimo successo avuto da La rieducazione, proiettato nella sezione Settimana della critica della Mostra del cinema di Venezia 2008. Mantenendo lo stesso stile, non paragonabile a nulla di quello che circola oggi nel nostro paese, il realismo del film di finzione Ad ogni costo – sezione Extra – tocca un livello molto alto di messa in scena perché riesce ad essere credibile e mostrarci un’immagine volutamente sporca di una periferia abbandonata. La telecamera a mano segue ‘maniacalmente’ il personaggio di Gennaro, un uomo di circa 40 anni che vive in una roulotte abbandonata accanto a delle case popolari; per riavere il figlio, affidato ai servizi sociali, prima tenta di trovare un lavoro regolare ma poi torna a delinquere e a spacciare esattemente come faceva prima con la moglie (ora in carcere). Nei rari casi nei quali non c’è questa sorta di persecuzione dello sguardo su Gennaro, l’occhio della macchina da presa è la soggettiva dell’uomo: vediamo la maestra della scuola di suo figlio come una persona estranea e distante, gli amici come figure aleatorie e la serie di inquadrature che seguono il suo ritorno allo spaccio come la creazione di un quadro imperfetto. Apice drammatico della storia è la scarcerazione della moglie dal carcere, perché la donna rivuole il figlio e il suo ruolo di boss della zona.
Tutti gli attori non professionisti scelti emergono per la grande spontaneità e originalità. “Per molti di loro il film è stato una valvola di sfogo, un modo per evadere dalla routine di sempre” precisano i registi che alla presenza anche del produttore Daniele Guerrini ci hanno parlato delle parti più interessanti di questo secondo film e di come abbiano deciso di fondare la casa di produzione cinematografica Amanda Flor. Infatti questo film ha dei produttori e anche una distribuzione – Officine Ubu – che si occuperà della circuitazione in tutta Italia del film perché la nostra cinematografia non si areni su storielle misere che, come dimostra anche questo festival, non sono in grado di essere rappresentative di nulla.