“Una barca a vela, tante parole perché c’è una persona che vive di parole e che è sempre vissuto di parole scritte in estemporaneo. Non sono bravo a programmare, progettare, schematizzare ma mentre parlo scelgo le parole come se le scrivessi. Ragiono o immagino solo quando esprimo delle parole” afferma ai nostri microfoni Umberto Contarello, presentando Parole – operetta per voce e piano, in anteprima alle Giornate degli autori alla 78esima Mostra d’arte cinematografica di Venezia e dal 30 settembre al cinema per Nexo digital. Lo sceneggiatore di tanti di film di Sorrentino (La grande bellezza, This must be the place, Loro), Mazzacurati (da Il toro a La passione), Salvatores (da Marrakech express a Tutto il mio folle amore) non vuole chiudere nella categoria del documentario questo suo film così personale, nato per raccontare il caso, la non progettualità che da sempre guida anche il suo lavoro.
Il caso è stata la pandemia che lo ha portato a restare a Ventotene per 6 mesi, durante il lockdown e poi a scegliere di tornare a Roma in barca a vela con Corrado Sassi, con il quale divide l’idea iniziale del film dove, tra la ricerca disperata di sigarette, Contarello si racconta e ci racconta il nostro tempo, la nostra società, con tanti aneddoti divertenti e tante riflessioni sempre profondamente lucide e spesso lungimiranti. Luigi Ceccon filma e insieme a Contarello trovano la giusta distanza dal soggetto per creare da subito un rapporto di forte empatia con il pubblico che inizia a far parte della conversazione.
Ricordiamo che le musiche del film, contrappunto narrativo sono di Danilo Rea.
Interessante nella nostra intervista ciò che ci racconta sull’idea che è alla base della nascita di un film, sulla società contemporanea e su cosa pensa dell’ultimo film di Paolo Sorrentino, in concorso alla Mostra.
giovanna barreca