Come già emerso negli scorsi mesi, il 2012 si è confermato un anno in negativo per il mercato del cinema italiano. Ad attestarlo, i dati ufficiali presentati oggi dall’Anica e da Cinetel, che mostrano un calo piuttosto deciso delle presenze, di poco superiori ai 91 milioni e in diminuzione del 10%, così come degli incassi, il cui decremento (-8%) appare più contenuto sempre per effetto del costo più elevato dei titoli in 3D. Nel complesso, il box office italiano del 2012 ha quindi raccolto 608 milioni di euro, mentre la “fetta” del mercato detenuta dal prodotto nazionale si è contratta di quasi 10 punti percentuali, passando al 26,54%. A beneficiarne soprattutto i film americani, con una quota del 51,18%, e gli altri titoli europei, cui si deve il 18,34% dei biglietti staccati nel corso dell’anno. Ciononostante, dal bilancio di fine 2012 emergono anche note positive come il buon risultato delle anteprime spostate il giovedì (a partire dal mese di ottobre), che hanno aumentato di oltre il 15% gli spettatori di un giornata prima molto debole della settimana.
Il presidente degli esercenti dell’Anec, Lionello Cerri, si dice però ottimista sul “confronto tra le associazioni della filiera” che promette già risultati positivi come “una grande iniziativa promozionale, la Festa del Cinema, che si terrà dal 9 al 15 maggio, l’impegno a evitare la carenza di prodotto estivo e a far uscire i film in contemporanea con altri Paesi europei, nonché una maggior celerità nel far uscire in sala i film eventualmente presenti al Festival di Cannes”. Tra le novità in arrivo nel 2013 anche la Carta dello studente: un sistema di sconti rivolto a tutti gli alunni delle scuole medie inferiori e superiori, attivato dal Miur, che comprende ovviamente anche il cinema.
Il presidente degli esercenti multiplex, Carlo Bernaschi, concorda nel ritenere fondamentale l’allungamento della stagione cinematografica, anche per non vedere accumulati in pochi mesi “film con gli stessi attori, e titoli quasi uguali, che creano confusione nello spettatore”. Mentre per il presidente dei distributori Anica, Richard Borg, i risultati in ribasso del 2012 rappresentano l’occasione per riflettere sulle criticità del settore, in particolare sulla pirateria e sulla necessità di ritrovare un prodotto italiano forte: “Nei mercati europei lo sfruttamento della cinematografia americana è tendenzialmente stabile, quello che è mancato quest’anno sono stati film italiani in grado di portare le folle in sala. Ma sono soddisfatto dell’approccio dimostrato dai produttori che stanno studiando come aiutare il cinema italiano a crescere”.
Sull’andamento del mercato, conclude tuttavia il presidente dell’Anica, Riccardo Tozzi, non possono aver influito solo le perfomance del prodotto italiano, dato che anche nel 2011 c’è stato un segno meno, a fronte di una quota fortissima di prodotto nazionale: “A mancare – ha sottolineato Tozzi – è una politica a sostegno dell’industria culturale”, ma soprattutto una normativa antipirateria in grado di contrastare quello che si sta affermando come “un vero e proprio modello di consumo, basato sulla fruizione gratuita e illegale di contenuti in Rete”.