Ultima rubrica dell’anno e Sguardi sonori prova un po’ a fare il punto della situazione sulla musica per film del 2012, partendo dall’evento principale di questo avvio a stagione dei premi, ossia le nomination dei Golden Globes, che fungono come punto di partenza per riflettere sul meglio (oppure no) delle colonne sonore 2012.
Come detto anche la scorsa settimana, il 2012 è l’anno dell’esplosione definitiva di Alexandre Desplat, il più importante compositore contemporaneo che dei moltissimi film musicati nell’anno vede recapitarsi la candidatura per Argo, il film di Ben Affleck; assieme a lui un mostro sacro come John Williams per Lincoln, due outsider come Mychael Danna per Vita di Pi e Dario Marianelli (forse il favorito) per Anna Karenina e la triplice sorpresa di Tykwer, Klimek e Heil per Cloud Atlas, il nuovo film dei fratelli Wachowski e Tykwer, comprensibile però visto che l’intero film si fonda sulla sonata che dà il titolo al film. Un compendio che se prova a guardare nuove tendenze della musica per film, in realtà resta legato a un’idea classica di score: giusta, senza dubbio, ma un po’ chiusa. Desplat probabilmente ha dato il meglio di sé con Reality quest’anno, e restano fuori il minimalismo scioccante di Howard Shore per Cosmopolis o il sinfonismo wagneriano di Zimmer per Il cavaliere oscuro-Il ritorno.
Più deludente, a seguire una tendenza di qualche anno, il fronte canzoni originali che ormai non si compongono quasi più, visto che non hanno un immediato ritorno commerciale, nell’era degli mp3: a contendersi il premio saranno Skyfall di Adele e Suddenly da Les Miserables, mentre le altre costeggiano la mediocrità se non la bruttezza. For You da Act of Valor, Not Running Anymore da Stand Up Guys e Safe & Sound da Hunger Games ribadiscono l’agonia di un momento creativo altrove fiorente che non serve nemmeno più per fare spettacolo, dato che nelle cerimonie, le canzoni non vengono nemmeno più cantate live. Ma oltre a lamentarsi delle scelte dell’HFPA, si può fare poco altro, data la mancanza di canzoni degne di questo nome.
Il 2012 si chiude quindi, come per i film a caccia di Oscar, con le colonne sonore migliori in cerca di visibilità, ma anche di una spinta innovativa che c’è e merita solo di essere compresa e scoperta dal pubblico e dagli organismi dell’industria. Cosa che probabilmente avverrà quando non sarà più innovativa.