Dopo aver conquistato i teatri di tutta Italia, Amleto ² arriva anche sul piccolo schermo e fuori concorso al festival di Torino, in una versione stereoscopica in cui la regia teatrale di Filippo Timi si affianca a quella televisiva di Felice Cappa. Lo spettacolo, nuova versione del vecchio Il popolo non ha il pane? Diamogli le brioche, è una rivisitazione pop, queer e buffonesca dell’Amleto, con Timi demiurgo e vittima della tragedia shakepeariana, tra decostruzione e meta-teatro.
Ovviamente resta difficile giudicarlo come film, non essendolo ed essendo pensato per una fruizione quanto mai lontana dal festival: allora resta da valutare l’opera teatrale, che vede un Timi scatenato in 90′ minuti di puro delirio, come fosse un cartone animato, restando però vittima di idee non proprio nuove e di meccanismi comici ripetitivi. Tanto di cappello alla sua verve e a quella degli attori che lo affiancano in scena (Lucia Mascino e Marina Rocco su tutti); meno all’idea di portare a un festival un lavoro del genere, solo per aggiungere una star in più al carnet.