Walk of Fame – Noomi Rapace – Alla scoperta del personaggio cinematografico della settimana
Noomi Rapace nasce a Hudiksvall, in Svezia, il 28 dicembre 1979. Cresciuta in un ambiente di artisti (è figlia dell’attrice Nina Norén e dal cantante spagnolo di flamenco Rogelio Durán) trascorre l’infanzia in Islanda, dove all’età di otto anni ottiene una piccola parte nel film Í skugga hrafnsins di Hrafn Gunnlaugsson. L’esperienza sul set la entusiasma al punto di farle scoprire la propria vocazione di attrice, per seguire la quale decide di iscriversi, appena adolescente, all’accademia teatrale di Stoccolma. Nel 1996 entra nel cast della serie tv Tre kronor, ma l’impegno non la distoglie dall’attività sul palcoscenico: nel 1998 si specializza alla prestigiosa Skara Skolscen per poi ottenere numerosi ingaggi con le più importanti compagnie della capitale svedese. Il decennio successivo procede per Rapace all’insegna del versatile destreggiarsi con successo tra piccolo schermo e teatro, fino alla prima gratificazione dalla settima arte, ottenuto grazie all’interpretazione del controverso personaggio della protagonista Anna nella pellicola danese Daisy Diamond di Simon Staho, grazie alla quale ottiene i due più importanti premi cinematografici del Paese. Dello stesso periodo è il matrimonio con il collega Ola Rapace dal quale prenderà il cognome (ad oggi mantenuto nonostante la coppia abbia divorziato nel 2011) e, soprattutto, la definitiva consacrazione, avvenuta nel 2009 grazie alla partecipazione al thriller Uomini che odiano le donne di Niels Arden Oplev, dove riveste un altro ruolo di forte impatto: quello dell’androgina hacker Lisbeth Salander. Primo capitolo ispirato alla trilogia di romanzi best-seller scritti da Stieg Larsson, il film – che darà il via ai due seguiti La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta, e a una miniserie televisiva – vale a Noomi Rapace la candidatura a numerosi riconoscimenti e una popolarità a livello internazionale.
Dotata di fascino androgino e al tempo stesso sensuale nonché di una spiccata propensione verso personaggi tormentati e sessualmente ambigui, l’attrice si concede due significative incursioni in terra scandinava per il dramma familiare Beyond di Pernilla August (vincitore della Settimana Internazionale della Critica alla Mostra del cinema di Venezia 2010) e il thriller Babycall con il quale viene premiata quale miglior attrice al Festival di Roma 2011, prima di ritornare sulla scena mondiale con Guy Ritchie e il suo Sherlock Holmes – Gioco di ombre dove presta la sua figura esotica alla zingara Madame Simza. Il film, che sbanca il box-office, imprime sulla carriera di Rapace una connotazione sospesa tra il cinema d’autore e le grandi produzioni, all’insegna di una continuità nella tipologia dei ruoli, come quello della donna in carriera fatalmente attratta dalla collega Rachel McAdams diretta da De Palma in Passion (in concorso alla 69a Mostra del cinema di Venezia), e dell’archeologa spaziale determinata quanto fragile, protagonista di Prometheus di Ridley Scott, attualmente nelle sale.