Un doppio ritratto generazionale, efficace e sincero, da parte di un esordiente che merita attenzione
07/05/09 – Davvero un bel esordio nel circuito commerciale per il trentenne Claudio Giovannesi, già autore di interessanti lavori di breve durata come Caino (2003) e L`uomo del sottosuolo (2005). Si parte da un soggetto semplice, lineare, che sulla carta potrebbe dare adito a sospetti di banalità , luoghi comuni, tendenze derivative: due fratelli partono dalla loro casa di famiglia vicino Roma, improvvisamente venduta da un padre che non si fa vedere da dodici anni, per raggiungere il genitore in Marocco. Da questo spunto decisamente alla Salvatores d`annata scaturiscono invece situazioni, percorsi e personaggi reali e credibili. Giovannesi mette subito in chiaro il suo approccio diretto, essenziale e immediato: nel giro di pochi minuti ci troviamo completamente immersi nella vicenda; i personaggi, presentati con rapidi tratti nella prima sequenza a montaggio alternato, vengono letteralmente scaraventati nella storia assieme allo spettatore, con una sorta di frenesia del racconto che riesce ad evitare la confusione grazie ad un controllo ammirevole dal punto di vista registico. Così, dal loro casale in campagna, dalle strade notturne della capitale, dal locale dove il fratello minore Lorenzo suona la sua musica, si giunge in un attimo per le strade affollate, trafficate e soffocanti di Marrakesh. Senza tragitti pedestri, introduzioni e sequenze preparatorie, senza invecchiati segni di interpunzione filmica, ma con uno stacco netto che è elemento paradigmatico della messa in scena tutta.
E i rischi tematici che abbiamo detto vengono evitati proprio grazie a un carattere di urgenza e verità che si respira lungo tutta la pellicola, tanto da far emergere un sospetto di autobiografismo che non ci interessa verificare, ma che contribuisce a dare un senso di forte partecipazione emotiva da parte dell`autore, unito ad una razionalizzazione e a un`attenzione per il particolare che sfiora uno sguardo a tratti documentaristico (non a caso il lungometraggio deriva da un precedente lavoro non di fiction sugli Italiani residenti in Marocco, Appunti per un film in Marocco). Ma anche in tal senso, niente sospensioni narrative o pause contemplative: il paesaggio marocchino, la realtà bruta, metropolitana o extraurbana che ci offre il regista viene letteralmente riempita di narrazione, funge da sfondo ingombrante quanto funzionale ai rapporti che intercorrono tra i personaggi, diventa luogo che carica di senso questa fragile e audace storia sulla ricerca di una figura paterna negata.
E sulla banda sonora, come un fiume che punteggia il film col suo swing a volte frenetico, a volte quasi gelido, corre il jazz dello stesso Giovannesi (anche autore delle musiche e ottimo chitarrista) che si fa quasi astratta voice over del film, appoggiandosi con una efficacia inaspettata su paesaggi carichi di esotismo ma che evitano ogni effetto cartolina. Di fronte a un prodotto di tale credibilità e consapevolezza, si perdonano anche alcune cadute in leggere forme di autocompiacimento (la voglia di mostrare a tutti costi il background culturale del protagonista, che immaginiamo affine a quello del regista) peraltro comprensibili in un lavoro d`esordio e che ci appaiono come peccati men che veniali. Decisamente un regista promettente e da aspettare al varco, fiduciosi in una opera seconda che possa offrirsi ancora più a fuoco (e infuocata) della presente.
(GIORDANO DE LUCA)
Titolo originale: La casa sulle nuvole
Produzione: Italia 2008
Regia: Claudio Giovannesi
Cast: Adriano Giannini, Emanuele Bosi, Emilio Bonucci, Faten Ben Haj Hassen, Paolo Sassanelli
Genere: drammatico
Distribuzione: Istituto Luce
Data di uscita: 08 maggio 2009
Articoli correlati:
Giannini sulle nuvole
Arrivano i nostri