Il Venice Film Market della 69esima Mostra del Cinema di Venezia è una delle novità del 2012, luogo ideale per riflettere assieme ad alcune componenti fondamentali della filiera, sullo stato della nostra industria audiovisiva, come è accaduto nell’ambito del convegno organizzato da ANICA sull’export di cinema italiano negli ultimi anni. La ricerca condotta e presentata da Francesca Medolago, responsabile dell’Ufficio Studi, Sviluppo e relazioni associative dell’ANICA, ha mostrato dati interessanti che andrebbero meglio valutati fuori dalle pratiche disfattiste tipiche del nostro paese.
Con transazioni per 45 milioni nei 5 anni presi in esame, il cinema italiano cresce la sua quota di vendite all’estero, soprattutto grazie alla presenza nei festival internazionali e nei palmares tra le prime nel mondo. I diritti di sfruttamento secondari, ossia quelli dopo la sala, crescono molto e anche l’ingresso in alcuni mercati come quello cinese o dell’est europeo è alto. Ovviamente, ed è evidente, il vero problema è nella promozione e nella diffusione culturale dei nostri prodotti.
Come dice Nicola Maccanico, direttore generale di Warner Bros. Italia, il vero futuro sarà nell’immateriale, ossia nella diffusione, nelle pratiche commerciali e promozionali che permetteranno ai mercati in espansione, come il Sud-Est asiatico o il Sudamerica, di conoscere i nostri film, eventualità possibile solo con lo sviluppo delle piattaforme digitali e online per la diffusione del prodotto, e che ci vedono molto indietro tanto nello sviluppo, quanto nella sepmlice strumentazione, come per esempio la diffusione capillare di banda larga. Il vero cuore, quindi, del futuro dell’export di cinema sarà nel prodotto stesso e nella sua qualità, visto che i nomi prevendibili sono pochi e dei maggiori autori, ma anche nello sviluppo di progetti tecnologicamente avanzati, come la piattaforma VOD che Anica sta testando in questi giorni.