Gioie e dolori del digitale sono stati al centro di un acceso dibattito in occasione del Convegno Microcinema alla 69esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Dedicato al tema “Dopo il digitale, parliamo di cinema”, l’incontro ha visto la conduzione del Direttore Generale di Microcinema Silvana Molino e la partecipazione di Mirella Troccoli (MiBaC), Lionello Cerri (ANEC), Luigi Lonigro (ANICA e 01), Silvio Maselli (Italian Film Commission e Apulia Film Commission) e Massimo Zanello (Regione Lombardia). Superato (anche se portato a termine solo a poco meno del 50%) il problema della digitalizzazione delle sale, si inizia a parlare dunque di quali saranno i contenuti audiovisivi ad esse destinati. I presenti hanno sostenuto unanimemente la necessità di ritagliare in questi esercizi rinnovati uno spazio per una programmazione dall’alto valore culturale, da affiancare a quella dei blockbuster. Per fare ciò, ha dichiarato provocatoriamente Silvio Maselli, è però necessaria un’alfabetizzazione degli esercenti, spesso poco recettivi di fronte al cinema d’autore. D’altronde, ha proseguito Maselli, si sente sempre più il bisogno di una politica culturale condivisa, nel nostro paese come nel settore del cinema. Questa politica culturale non deve però dimostrare con un motto antitremontiano che “con la cultura si mangia” bensì deve sostenerla a prescindere dai suoi risultati economici.
Pronta è stata la difesa della “classe” degli esercenti, che ha avuto naturalmente nel presidente dell’ANEC Lionello Cerri il principale portabandiera. Sono proprio i possessori delle sale infatti ad aver sostenuto i costi più alti della digitalizzazione in corso e saranno probabilmente anche i primi a farne le spese. Inoltre, i finanziamenti all’esercizio da parte degli enti locali andrebbero regolamentati, non è possibile infatti che il Comune di Milano li destini principalmente ai teatri, dimenticando i cinema presenti nel territorio. Dal canto suo, il presidente dei distributori ANICA Lonigro, ha rimarcato che la digitalizzazione è oramai un processo irreversibile e che l’attuale doppio binario pellicola – digitale è troppo costoso per il settore della distribuzione. In ogni caso, come ha dichiarato Lonigro trovando l’accordo di tutti i presenti, bisognerà fare tutto il possibile per sostenere l’esercizio in questo importante e dispendioso cambiamento, affinché non sia costretta a chiudere nemmeno una struttura.