Vissi d`arte e vissi l`amaro. Il documentario di Gianfranco Mingozzi su Giorgia O`Brien al GLBT Film Festival di Torino.
(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)
27/04/09 – Finezza, poesia, sensibilità e discrezione hanno caratterizzato le opere della lunga carriera del documentarista Gianfranco Mingozzi, sperimentatore di linguaggi e produttore di immagini mai banali come quelle nel biopic Giorgio/Giorgia – storia di una voce. Presentato in concorso, nella sezione documentari, al 24esimo Torino GLBT film festival Da Sodoma a Hollywood, sposa uno degli imperativi del festival film che cambiano la vita, per scoprire, conoscere e condividere perchè Giorgia, che era dotata di una voce dalla gamma estesissima, dal Do di basso al Si di soprano, fu un emblema per tutti coloro che desiderano affermare la propria identità psicologica e sessuale, non solo nel campo dello spettacolo.
Vissi d`arte e vissi l`amaro affermò l`artista nella sua autobiografia, perchè il percorso dell`allora Giorgio Montana – che lascia Palermo per dedicarsi alla lirica (accesso negato a uomo che poteva cantare da soprano), che si innamora, che nel 1970 si fa operare a Casablanca a causa del divieto di cambiar sesso vigente in Itala fino al 1982 – è costellato anche di esperienze molto forti, tanto che in fase di montaggio il regista decise addirittura di tagliarne diverse per la durezza. Inoltre il racconto di vita di Giorgia O`Brien intreccia il tema dell`affermazione della propria identità sessuale con aneddoti tragicomici del palcoscenico della scena minore del varietà italiano, nel quale la mancata attrice lirica fu protagonista indiscussa, raccontandoci di quel mondo duro, fatto di 3-4 repliche itineranti al giorno: si iniziava alle due e si finiva a mezzanotte con un pubblico che ti metteva tutte le volte alla prova. Una storia che, come spiega Mingozzi aspettava di essere raccontata da ben 40 anni, da quando all`apice del suo successo andai a vederla con Cesare Zavattini all`Ambra Jovinelli perchè volevamo inserire la sua storia in un lavoro sui misteri di Roma. Fummo estasiati da questa figura eterea sul palco quanto inorriditi dalla realtà nei camerini che rivelavano un uomo piuttosto basso, bruttarello e quasi calvo. Il progetto di quel film fu abbandonato per uno più incombente sulla mafia (mai completato per la crudezza del materiale raccolto) e quando il regista, due anni dopo, pensò di ritornare sui suoi passi da solo, l`avanspettacolo era ormai morto. Ma per tutti i miei film ho sempre cercato di scrivere delle parti per Giorgia e quando in Tobia al caffè interpretò una donna di spettacolo, ne scoprii la sua grande forza e simpatia e quindi le proposi un film-documentario su di lei.
Oltre all`umorismo trascinante che ha rubato tantissime risate nella sala stracolma dell`Ambrosio, restano nella mente il calore visivo che avvolge le ultime scene girate a Palermo, ma che sorprendentemente caratterizza tutto il documentario, dove al racconto autobiografico di Giorgia all`interno del magazzino di un teatro inesistente – come l`attrice amava definire il salotto della sua piccola casa romana – si alternano immagini dei suoi spettacoli, testimonianze di chi ebbe con lei rapporti professionali e d`amicizia forti, da Carlo Croccolo che la lanciò in teatro perchè fu il primo ad averla accettata, ai registi Gregoretti, Lucia Poli, Mauro Severino e Bernardo Bertolucci, che la rese protagonista di una scena chiave in Oggetti smarriti (1976).
Titolo originale: Giorgio/Giorgia (storia di una voce)
Regia: Gianfranco Mingozzi
Genere: Documentario
Produzione: Italia 2008
Durata: 52`