Flussi seriali – Percorsi e influenze odierne e vintage delle serie americane a cura di Erminio Fischetti
Il network Showtime comincia a trasmettere nel 1976, e si contrappone sin dall’inizio a HBO. Infatti, oltre ai film precede la sua antagonista nella produzione di varietà, cartoni animati e film originali per la televisione. Per diversificarsi ulteriormente nella programmazione realizza prodotti più audaci, fino a farli diventare veri e propri fenomeni di costume. Controllata dalla Viacom, gruppo che fornisce anche alcune stazioni televisive indipendenti, SHO è riuscita, negli anni, a distinguersi per la sua originalità provocatoria. Molte, infatti, sono state le polemiche per la trasmissione di serie, all’inizio degli anni Duemila, come Queer As Folk, The L. Word o successivamente di Dexter, Californication, The Big C, Homeland, dove – ad esempio – nel caso di Queer As Folk sono presenti scene esplicite di sesso omosessuale mai visto in precedenza sui teleschermi nordamericani o in quello di Dexter vi sono efferate scene di violenza nel corso di una serie di omicidi.
La contrapposizione fra SHO ed HBO, da sempre rivali nell’accaparrarsi gli ascolti del cavo, è sempre stata piuttosto accesa. Questo però li rende i due canali via cavo più interessanti. L’importante è stupire per Showtime, creare qualcosa di innovativo sul piano delle strutture narrative per HBO.
Entrambi, comunque, hanno spinto tutti gli altri a migliorare il prodotto medio statunitense di telefilm, tv-movie e miniserie, poiché sono in molti a rifarsi ai loro modelli. Le tematiche affrontate dal canale, che predilige co-produzioni col vicino Canada, portano ad analizzare sociologicamente le nuove famiglie, non più composte dal nucleo classico di genitori di sesso differente e figli nati da questa unione, ma da nuove prospettive. Ed è un fattore evidente sia nelle distribuzioni in orario Primetime, che in quelle in Daytime. Infatti – per fare un altro esempio – Showtime ha realizzato qualche anno fa alcuni film destinati a un pubblico di ragazzi e bambini in cui gli argomenti più attuali della modernità venivano raccontati dal loro punto di vista.
Il progetto si chiamava Showtime Original Pictures – For All Ages. Le storie sono legate alle scelte che in adolescenza ogni ragazzo deve compiere. Tra gli altri, nel 2004, viene prodotto Jack, diretto da Lee Rose e interpretato da Stockard Channing, Ron Silver e il giovane Anton Yelchin, tratto dal romanzo della scrittrice americana A.M. Homes. Questo film racconta la storia di un adolescente che, negli anni’80, deve affrontare il mondo complicato e confuso degli adulti quando scopre il vero motivo del divorzio dei suoi genitori, Anne e Paul, ossia l’omosessualità del padre. Sconvolto dalla notizia, appresa da Paul stesso durante una gita al lago, Jack si chiude in se stesso ed evita di incontrarlo. Capire che niente viene dato per scontato è un viaggio molto duro da compiere per il giovane protagonista, contemporaneamente impelagato nella prima cotta e negli eventi quotidiani.
Come per molte pellicole prodotte per i canali via cavo, la struttura narrativa delle vicende e l’uso della macchina da presa ricorda quelle del cinema indipendente. Per Showtime, televisione e cinema indie si coniugano in modo particolare poiché spesso le produzioni sono davvero film indipendenti che vengono acquistati dal network tra quelli presentati al Sundance Film Festival di Robert Redford. È il caso di Cavedweller scritto da Anne Meredith (basandosi sull’acclamato romanzo di Dorothy Allison) e interpretato da Kyra Sedgwick, Aidan Quinn e Kevin Bacon. Il film era partito come indie (presentato anche al Tribeca Film Festival 2004), ma poi era stato trasmesso da Showtime ancor prima che al cinema. Infatti, nelle premiazioni il film risulta (come già in passato era accaduto in altre occasioni) candidato sia nelle categorie cinematografiche (ha ricevuto la nomination per i due attori agli Independent Spirit Awards) che in quelle televisive (infatti, la Meredith è stata candidata per la miglior sceneggiatura non originale in un tv-movie ai Writers Guild Awards). L’ultimo esempio è quello di An American Crime, presentato al Sundance 2007 e trasmesso il 10 maggio 2008, pellicola che mette a confronto una donna disturbata e una ragazzina nell’America del 1965, interpretate da Catherine Keener ed Ellen Page.
Facendo concorrenza aperta ad HBO per guadagnarsi una fetta del pubblico, Showtime spesso ha una produzione, sulla carta, molto simile ma che si distingue dal punto di vista narrativo, di scrittura e soprattutto di produzione. Mentre HBO dà più importanza alla sfera pubblica di un evento (basti analizzare tutti i biopic politici realizzati negli ultimi anni o pellicole sulle elezioni presidenziali, Recount, sul riconteggio dei voti alle elezioni fra Bush e Gore del 2000 e l’ultimo Game Change, sul ruolo di Sarah Palin alle ultime del 2008), Showtime analizza maggiormente il privato di personaggi pubblici, cogliendone anche aspetti poco analizzati della sua vita come nel caso dell’anomala biografia su Nancy e Ronald Reagan, The Reagans, diretta da Robert Allan Ackerman e interpretata da Judy Davis e James Brolin, che porta alla luce i momenti più personali di questa ambigua coppia, tralasciando intelligentemente, se non per analizzarli in maniera critica, gli aspetti pubblici dei dolorosi anni che gli americani vissero sotto il loro governo. Non a caso la famiglia Reagan non volle vederlo. Peccato, però, che negli ultimi anni Showtime ha interrotto la produzione dei suoi film per la tv, un genere destinato lentamente, ma inesorabilmente ad estinguersi in tutto il settore USA.