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Il senso di mistero e la tensione costante in Le jour où le fils de Rainer s’est moyè di Aurélien Vernhes-Lermusiaux hanno convinto la giuria composta da Irene Bignardi, Rachid Mohamed Benhadj e Pappi Corsicato. All’opera francese il premio come miglior cortometraggio della seconda edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival che si chiude con un bilancio più che positivo come sottolineano sul palco la professoressa Roberta Novielli – anima del festival per gli studenti – e il direttore artistico Roberto Silvestri. All’interno di una cerimonia ricca di sorprese – dalla performance straordinaria del live-set degli Washout Project in apertura, alla visione, musicata dal vivo dagli Elettrofoscari del corto incompiuto The professor di Charlie Chaplin del 1919 – sono state assegnate anche tre menzioni speciali, conferite da una giuria di studenti coordinata dal professor Carlo Montanaro: il premio RaroVideo al film più libero, eccentrico, illegale e anti-accademico è andato a Shtormovoje Preduprezhdeniye (Coast warning) di Aleksandra Shadrina “per l’intensità del dialogo al di là delle parole”. Il premio Volumia al corto miglior contributo al cinema come arte all’intenso Apel Tac (Silent river) di Anca Miruna Lazarescu.