Ricordo di Pietro Germi

08/03/09 - Il 4 marzo presso la sede della Casa del Cinema a Villa Borghese, Pietro Germi è stato...

Ricordo di Pietro Germi, “umile eroe” del cinema italiano
Celebrato alla Casa del Cinema il grande regista a trentacinque anni dalla sua scomparsa.

germi-pietro08/03/09 – Il 4 marzo presso la sede della Casa del Cinema a Villa Borghese, Pietro Germi è stato ricordato da amici, parenti e collaboratori con un film documentario di Claudio Bondì e Manuela Tempesta dal titolo “Pietro Germi: il bravo, il bello, il cattivo” che per la prima volta descrive l`aspetto umano ed artistico del grande regista attraverso materiale d`epoca delle Teche RAI e le testimonianze di chi lo ha conosciuto e con lui ha lavorato. Chi ha amato Germi non lo ha mai dimenticato, verificandone nel corso degli anni l`unicità  nel panorama artistico italiano, l`arte indiscussa nell`affrontare coi suoi film tanti temi così diversi l`uno dall`altro. Un uomo ed un autore molto curioso, avido di conoscere tutti gli aspetti dell`animo umano con un particolare interesse per quelli più problematici, sociali e privati del nostro Meridione.

La mafia, l`emigrazione, il banditismo sono stati i primi temi affrontati all`inizio della sua carriera e così, dal 1945, escono i suoi primi film di denuncia come “Il testimone” e “Gioventù perduta”. Nel `49 la chiusura di una solfatara in Sicilia gli fa realizzare “Il cammino della speranza” con Raf Vallone ed Elena Varzi mentre nel `52 gira uno dei rari film sul banditismo “Il brigante di Tacca del lupo”. Ma dopo pochi anni cambia genere e si dedica al dramma allora bollato dalla critica come “moralistico-sentimentale” per il suo interesse verso gli “umili eroi del quotidiano” ovvero, quegli uomini che faticano a tenere unita la famiglia i cui problemi incidono drammaticamente sulla sfera lavorativa, come ne “Il ferroviere” o “L’uomo di paglia” del `57, in cui un uomo sposato si innamora di una ragazza che si suiciderà  quando lui deciderà  di lasciarla per salvare il suo matrimonio. Proprio questi due film, interpretati dallo stesso Germi, ci mostrano l`aspetto passionale e romantico di un uomo dall`aspetto e dai modi burberi, che amava le figure femminili semplici e determinate. Le ingiustificabili stroncature da parte della critica e del pubblico gli fecero cambiare di nuovo genere affrontando, nel `59, una libera trasposizione del libro “Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana” di Gadda, che si dimostrò soddisfatto della versione cinematografica, dal titolo “Un maledetto imbroglio” e che Germi definì con orgoglio “il primo poliziesco italiano”, nel quale compariva di nuovo come attore nei panni del Commissario Ingravallo. Nel `62 si dedica alla commedia con “Divorzio all`italiana”, un film che riscuoterà  un successo clamoroso e che gli varrà  anche un Oscar per la sceneggiatura, con una giovanissima Stefania Sandrelli ed un grande Marcello Mastroianni perfettamente a suo agio nei panni del barone Mimì. Seguiranno “Signore e Signori” nel `66 e, dopo “L`immorale” del `67, ecco “Alfredo Alfredo” con lo stralunato Dustin Hoffman, fresco – fresco di Oscar per “Il laureato” e Stefania Sandrelli, ormai consacrata come sua attrice preferita.

Germi morirà  nel `74 intento alla lavorazione di “Amici miei” che non inizierà  mai e verrà  raccolto e portato al successo da Mario Monicelli. Si può amare o meno questo autore eclettico e particolare, ma difficilmente si potranno dimenticare alcune immagini indelebili dei suoi film come il primo piano del piccolo Edoardo Nevola che, per rallegrare il padre ferroviere, lo invita col bicchiere alzato a brindare con lui rivolgendogli un tenero: “Babbo, uva!”

(Ada Guglielmucci)

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