Belli e indipendenti – Indagine sull’odierno cinema indipendente a cura di Giovanna Barreca
Ascolta l’intervista di RADIOCINEMA a:
A Cannes 2011 abbiamo visto come il Premio Solinas stia negli anni crescendo e aprendosi a nuovi concorsi e a importanti collaborazioni per la promozione e sviluppo di futuri film. Al festival francese venne presentato il primo concorso per lungometraggi in digitale low budget, Experimenta: “Per promuovere la sperimentazione e l’interazione creativa tra autori e registi attravers un percorso di sviluppo guidato all’interno della Bottega Creativa del premio Solinas per strutturare al meglio le storie e i film”. Dalla fase di progettazione allo sviluppo, in collaborazione con Rai Cinema e il Dipartimento della Gioventù-Consiglio dei ministri. Il 23 gennaio invece ha avuto luogo a Roma, la premiazione dei progetti per il documentario per il cinema 2011, in collaborazione con l’associazione Apollo 11. Anche qui ancora la ricerca da parte del comitato scientifico e poi in particolar modo della giuria selezionatrice (Francesca Bartellini, Alessandro Borrelli, Federica Di Giacomo, Maurizio Di Rienzo e Giacomo Durzi) di nuovi progetti che meritino un auto economico e una prima visibilità nazionale per diventare film documentari. Si tratta, per la maggior parte di autoproduzioni o di lavori che godono di piccoli sostegni da parte di produttori indipendenti. Nelle motivazioni iniziali gli organizzatori desiderano sottolineare come si tratti soprattutto di un premio destinato alla scrittura “di documentari concepiti per la sala cinematografica che vuole promuovere e sviluppare il documentario nella sua fase iniziale, quella della scrittura e della progettazione, favorendo i progetti che esprimono libertà creativa, originalità stilistica, capacità innovativa e sperimentale”. La giuria ha parlato di un’edizione ricca di progetti interessanti sia di autori già al loro secondo o terzo documentario, sia dei progetti di giovanissimi, alcuni dei quali ancora allievi del Centro Sperimentale. La difficoltà a dover arrivare a una scelta ha prodotto un ex-aequo sia per i vincitori che per le menzioni speciali.
Il Premio Miglior Documentario per il Cinema è andato a El desafio paraguayo di Anna Recalde Maranda – che vuole indagare, attraverso la figura del Presidente del Paraguay le falle del sistema democratico – e a Woman Underground di Valentina Pedicini che vuole restituire i colori e le atmosfere di una Sardegna profonda, forse ancestrale dove l’ultima miniera di carbone d’Italia sta per chiudere e andranno in pensione 300 minatori uomini e l’ultima minatrice donna. Menzioni speciali ex aequo a Babel Blu di Renato Rinaldi sull’identità friulana indagata attraverso 5 volti e Terra zero di Paola Piacenza. Abbiamo voluto intervistare e capire qualcosa di più proprio di quest’ultimo progetto della regista-giornalista al suo secondo lungometraggio dopo In nessuna lingua del mondo (2011) e il corto del 2009 The Land of Jerry Cans perché, come la settimana scorsa, volevamo ancora capire come un regista occidentale cerca di filtrare il suo sguardo, mettendosi al servizio di una storia per trovare il punto di vista dei protagonisti per raccontarlo. Piacenza, come Stefano Savona, cerca lo sguardo orientale per raccontare le rivoluzioni dei giovani nord africani. Savona porta la sua macchina fotografica digitale ad altezza di manifestante, la fa permeare in piazza Tahrir (Egitto) perché diventi una voce tra le voci, occhi tra gli occhi. Piacenza invece vuole rendere protagoniste le immagini girate a Zarzis, Tunisia sud orientale, dalla web-tv creata da tre ventenni. L’idea, come precisa la regista, è di raccontare: “Un anno nella vita di un luogo simbolo – dalle cui spiagge un’intera generazione decide di partire, proprio mentre un’altra folla, profughi in fuga dalla guerra civile, fa il suo ingresso – filtrata dallo sguardo di tre citizen journalist”. Nel corso della serata, la documentarista Cecilia Mangini ha consegnato la Medaglia del Presidente della Repubblica, concessa al Concorso a Luigi Di Gianni.