(Rubrica a cura di Lia Colucci)
11/01/09 – Will Smith è il secondo di quattro figli della medioborghesia di West Philadelphia. Il padre è ingegnere mentre la madre è membro del comitato scolastico locale. Ben presto si guadagna il soprannome di Prince per una certa eleganza che lo distingue nel parlare e nel comportarsi. La sua carriera nel mondo dello spettacolo inizia molto presto: a dodici anni si accosta alla musica rap aggiungendo la parola fresh al suo soprannome e nel giro di due anni raggiunge la vetta delle classifiche americane ottenendo due dischi di platino. Nonostante sia un ottimo studente preferisce restare nel mondo dello show-business e tenta la carriera di attore. Fortunato l`incontro con il produttore Benny Medina che lo vuole protagonista di Willy il Principe di Bel Air, il telefilm che gli porterà la notorietà mondiale. Continua a girare per il piccolo schermo, ma la grande prova d`attore arriva con Sei gradi di separazione di Fred Schepisi. Molto vivace accanto a Whoopj Goldberg in Made in America, ha il suo primo ruolo importante con Bad Boys di Michael Bay. La grande affermazione arriva però con il blockbuster di Roland Emerick Indipendente Day, dove interpreta un soldato che combatte contro gli alieni. Da quel momento in poi diventa il re del botteghino. Per un po`, qualsiasi film tocchi si trasforma in oro, come Men in Black o Nemico Pubblico, entrambi di gran successo.
Rifiuta il ruolo di Neo in Matrix per girare il flop Wild Wild West cui segue un altro disastro, La leggenda di Bagger Vance. La svolta arriva solo con la nomination all`Oscar come Miglior Attore con Alì, del grande Michael Mann. Successivamente recita nel film Hitch – Lui sì che capisce le donne, finchè non si fa strada l`esperienza italiana con Gabriele Muccino. Ne La ricerca della felicità , il regista romano gli ritaglia un ruolo da antieroe, introspettivo e sensibile, che conduce Will alla seconda nomination per gli Academy Awards. Ma l`idillio con Muccino non sembra esaurirsi e con Sette Anime il regista disegna un film estremo sia dal punto di vista dei contenuti, sia delle immagini. Una pellicola che forse è troppo densa dell`attore, partecipe praticamente di tutte le scene, e la cui conclusione lascia desiderare ulteriori spiegazioni. Comunque è con Muccino che Smith conosce i film impegnati perchè come dice Will: Gabriele ha la capacità di guardarmi dentro proprio come mia madre.