Speciale Venezia 65
(dalla nostra inviata Laura Croce)
28/08/08 – Comincia con un ghigno la 65ima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, inaugurata dallo sguardo cinematografico beffardo dei fratelli più dissacratori del grande schermo americano. Freschi di Oscar, Joel e Ethan Coen sono arrivati al Lido con un altro film embelma della loro occupazione preferita: ridicolizzare alcuni aspetti della società USA attraverso il martirio satirico dei generi più stereotipati. In `Burn after reading`, a essere sotto mira è lo spionaggio: una realtà rappresentata nella sua tragicomica decadenza, che vede, da una parte, gli agenti della CIA e del Governo privati di un ruolo definito, pronti a esplodere come schegge impazzite, e, dall`altra, comuni cittadini ansiosi di improvvisarsi protagonisti di un improbabile intrigo internazionale. A differenza dell`Oscar winning `Non è un paese per vecchi`, dunque, i due registi tornano a cimentarsi con una pellicola orbitante intorno alla commedia, ma sempre riccamente condita con quei toni grotteschi e cupi, tendenti allo splatter, che ormai costituiscono un marchio registrato Coen.
E nonostante il piacere di fare cinema trabocchi da ogni scenda della pellicola, `Burn after reading` non è solo un divertissement di maniera. Come nel precedente film diretto dai due fratelli, infatti, la totale anomia (morale, narrativa, cinematografica) regnante sulla storia e sul modo di raccontarla, corrisponde alla imperante difficoltà di trovare leggi stabili a cui ricondurre la follia della contempraneità . Così come l`afoso Texas dei deserti sconfinati e dei cowboys, l`imponente palazzo dell`ambasciata russa e i lunghi corridoi della CIA sono topoi sonnacchiosi e svuotati di pathos, addirittura meno inquietanti delle palestre. Sono luoghi ormai privi di senso, in cui si racchiudono – come in una specie di bunker o di cripta – assurdi personaggi che non sanno più come rappottarsi allo schizzato susseguirsi degli eventi e all`esplodere di spirali violente del tutto imprevedibili e ingiustificate. Non stupisce, dunque, che in questo caos totale trovino spazio cose tanto diverse tra loro come il trash, le crisi di mezza età e i pedinamenti. Al bizzarro mondo “osservato dal satellite” dei Coen sembra addirittura assurdo affibbiare un nome o una definizione, un po` come non avrebbe senso cercare di ricondurre il presente a una matrice unitaria. L`eclettica rassegna della Mostra del Cinema di Venezia si apre perciò sotto l`insegna di un cinema autoriflessivo, disilluso e tagliente: un cocktail in cui può entrare un po` tutto e il contrario di tutto, facendo della varietà e dell`ironia il suo unico ingrediente irrinunciabile.