Dopo aver combattuto per anni con un cancro al pancreas, Steve Jobs se n’è andato a 56 anni. A piangere il fondatore di Apple non è però solo la comunità internazionale di utenti Mac nè il mondo dell’informatica ma anche una fetta dell’universo cinema. Il magnate infatti era anche il fondatore della Pixar. Nel 1986 Jobs compra infatti l’antenata della compagnia, all’epoca The Graphics Group, divisione di computer grafica della LucasFilms che alla Industrial Light & Magic, la divisione che cura gli effetti speciali sempre di proprietà di un altro pioniere, George Lucas, lavora dal 1979 su nuovi hardware e sull’animazione. Gli esperimenti sui cartoon hanno un esito migliore così Jobs decide di collaborare con la Disney con cui produrrà tutti i lungometraggi a venire. Circa 10 anni dopo aver trasformato la Graphics Group in Pixar al cinema arriva Toy Story, il primo lungometraggio animato ad essere realizzato interamente in computer grafica. In una decade la società diventa la più importante factory del cartone al mondo sotto la guida di un animatore come John Lasseter, tra i soci fondatori dell’azienda insieme ad un altro stretto collaboratore di Jobs, Ed Catmull. L’ultimo importante step si compie nell’ottobre 2005 con il cambiamento ai vertici della casa di Topolino che vede Bob Iger rimpiazzare l’amministratore delegato Michael Eisner, la Disney acquista Pixar per 7 miliardi e 400 milioni di dollari, incoronando Jobs come il principale azionista della compagnia nonché un membro del consiglio d’amministrazione.