Dal nostro inviato EMANUELE RAUCO
Luigi M. Faccini è un regista inusuale e inattuale, praticamente sconosciuto, che ha però con pazienza coltivato un cinema dei luoghi e degli sguardi. Fa piacere vederlo alla 68/a Mostra del Cinema di Venezia, in un evento organizzato dal Controcampo Italiano, sezione nella quale presenta il suo nuovo documentario, Rudolph Jacobs, l’uomo che nacque morendo, tratto dal libro omonimo scritto dallo stesso Faccini, in cui si racconta una pagina intensa della storia nostrana e anche un periodo forte della vita artistica del regista. Il film racconta di Rudolph Jacobs, un capitano nazista assegnato in Italia dopo l’armistizio per proteggere il nord e Salò dagli attacchi degli alleati: da qui comincia una strisciante ribellione al regime che sfocia nell’appoggio alla lotta partigiana. Faccini, assieme alla produttrice e narratrice Marina Piperno (“sfuggita come me ai nazisti da bambini, lei alle camere a gas di Auschwitz, io a una delle stragi di civili sulla linea gotica”, dichiara il regista), realizza il film mescolando repertorio, indagine fotografica e d’archivio con ricostruzioni e interviste filmate.
Girato in digitale quasi a costo zero, il documentario segue passo dopo passo, missione dopo missione, il processo quasi morale di un uomo che, sentendo su di sé la colpa di aver preso parte alla follia nazista e alla barbarie della seconda guerra mondiale, comincia un’espiazione difficile e lunga, segnata inevitabilmente dalla morte. Per fare questo, Faccini indaga i luoghi, ma soprattutto il farsi del libro e del film, i volti vitali e genuini dei protagonisti, le parole e le immagini conservate nella memoria, persino quella perenne delle nuove tecnologie virtuali, traendone un eroismo quotidiano che racconta senza enfasi. Dispiace solo che il rigore e la sensibilità vadano a disperdersi in pleonastiche ricostruzioni, scene storiche d’ambiente e in costume che falliscono necessariamente, causa mancanza di mezzi. E che danno un aspetto involontariamente amatoriale a memorie che ben altro spessore hanno e altra memoria meriterebbero.