Flussi seriali – Percorsi e influenze odierne e vintage delle serie americane a cura di Erminio Fischetti
Così come nel cinema americano ai suoi albori la struttura dei generi aveva trovato il suo spazio fruitivo ai fini della commercialità, altrettanto era avvenuto con la serialità esplosa negli anni Cinquanta attraverso la televisione. E come nel cinema anche lì è il western che trova i suoi maggiori consensi. Rawhide, Gunsmoke, Il Virginiano e Bonanza furono serie che rimasero negli annali per la loro popolarità (e la prima rappresenta anche l’esordio recitativo del maestro Clint Eastwood ancor prima dei film di Sergio Leone). Ma in Italia probabilmente la serie western più ritrasmessa resta La grande vallata, che in quarant’anni di repliche estive (e non solo) ha permesso una popolarità generazionale trasversale. Con le sue appena quattro stagioni, la storia dei Barkley rappresenta un po’ l’ennesima costruzione mitologica dell’America pionieristica dell’Ovest. Con i suoi miti e le sue certezze, così, il telefilm racconta la storia della famiglia Barkley, composta dalla matriarca Victoria, i tre figli Jarrod, Nick e Audra e l’illegittimo Heath, figlio del defunto patriarca Tom e accettato senza batter ciglio dagli amorevoli parenti. Ogni episodio della serie prevedeva la chiusura della narrazione e le vicende dei Barkley così andarono avanti di settimana in settimana senza che ci fosse bisogno di seguirle cronologicamente, tanto che spesso e volentieri in Italia le repliche furono mandate in onda senza tenere presente l’ordine di trasmissione originale. Ogni settimana uno dei protagonisti si vedeva al centro di un’avventura nella California dei tardi anni Settanta dell’Ottocento, che si concludeva con un prevedibile happy end.
La struttura narrativa de La grande vallata si può paragonare proprio a quei western di serie B che rimpinguarono le casse degli studi RKO e della Republic negli anni Trenta e Quaranta, con schematismi di sceneggiatura alquanto faciloni, spesso scritti male, ma sempre codificabili nello spazio e nel tempo di un Ovest atavico e inserito storicamente fra il 1860 e il 1890, tra la Guerra di Secessione e l’ingresso dell’era moderna e le scoperte scientifiche. Con La grande vallata e compagni il genere si sposta dal cinema alla televisione, ma, seppure con una cura più sciatta, ne rispetta perfettamente i canoni di “cinema americano per eccellenza”. E si fa carico di un passaggio storico in più: il proseguimento dei valori americani dell’eroe e del mito che al cinema stavano andando in crisi per una presa di posizione – giustamente – più politica e critica nei confronti del Paese. Con le serie western così il pubblico americano si concede in extremis a cavallo degli anni Sessanta (La grande vallata andò in onda sulla ABC fra il 1965 e il 1969) tutti quegli ideali ormai datati (così come avevano avuto successo al cinema nel periodo della Grande Depressione), che avevano perso il loro valore, lontani dalla guerra in Vietnam e dalle realtà di un mondo super-modernizzato. Davano sicurezza i personaggi con quelle storie sempre uguali, quelli maschili addirittura sempre con gli stessi vestiti, branditi come divise di un linguaggio segnico specifico del loro corpo e del loro ego. La serie negli USA ebbe un discreto successo soprattutto per la presenza di Barbara Stanwyck, che vestiva i panni della matriarca Victoria, una delle prime interpreti hollywoodiane a compiere quel passaggio da una carriera cinematografica ad una televisiva. Ma sancì soprattutto la popolarità di Lee Majors e Linda Evans, future star rispettivamente de L’uomo da sei milioni di dollari e Dynasty. Brutto segno che oggi invece il cinema fa remake di queste serie tv? Attualmente la versione cinematografica de La grande vallata, con Jessica Lange nei panni della matriarca Victoria, è in post-produzione ed è destinata ad uscire nelle sale americane entro l’anno.
Titolo originale: The Big Valley
Creatore: A.I. Bezzerides, Louis F. Edelman
Cast: Barbara Stanwyck, Richard Long, Peter Breck, Lee Majors, Linda Evans
Produzione: USA 1965-1969
Durata: 45′ circa (4 stagioni; 112 episodi)
Distribuzione originale: ABC dal 15/09/65 al 19/05/69
Distribuzione italiana: RaiUno; Canale 5, RaiDue; 7 Gold (repliche); RaiSat Premium (repliche, dal 1° settembre 2005); Iris (repliche, dal 12 gennaio 2009); Rai 3 (repliche, dal 12 settembre 2010)