Dalla nostra inviata Giovanna Barreca
Ascolta le interviste di RADIOCINEMA ad alcuni ospiti della serata:
14 sono le pellicole realizzate in Trentino-Alto Adige da autori nati o attivi nella regione e il Trento Filmfestival anche in questa edizione n° 59 ha voluto esaltarne l’importanza e presentarle dedicandogli la stessa attenzione e rispetto dato a pellicole di grandi autori. E nel giorno dedicato alla prima nazionale del film di Werner Herzog, poche ore prima l’intera orchestra del paese di Cimego ha invaso il cinema con la sua irruente e giocosa allegria. In un paese di montagna con soli 400 abianti ben 40 fanno parte della Banda sociale che proprio l’anno scorso ha festeggiato i suoi 160 anni di vita. Riccardo Tamburini nel suo documentario I nemici del silenzio, ha colto al balzo l’occasione data dalla celebrazione, non solo per presentarci un elemento storico ben radicato nella comunità ripercorrendone il passato ma ha usato la realtà del microcosmo di montagna per esaltare e allargare la panoramica raccontando tutti i diversi aspetti di una comunità. L’impianto della storia non è convenzionale ma esalta l’aspetto sociale: come la banda abbia avuto negli anni un forte impatto sulla comunità e come la fatica, il lavoro e la religiosità abbiano giocato un ruolo fondamentale nel discorso sulla coesione. Non a caso i primi due suoni del film sono quelli di un manlio e una campana che suona a festa. Inoltre è molto interessante come il regista riesca a porre uno sguardo sul passato utilizzando la musica e il silenzio come elementi ben dosati nel film.
Consistenza visiva e quasi pittorica per Gli uomini della luce – storie di centrali idroelettriche in Trentino dove Katia Bernardi percorre un viaggio anch’ella nella memoria ma “tra i fili”: prende in esame le grandi centrali idroelettriche e “gli uomini della luce” che dagli anni Cinquanta sulle montagne e lungo i fiumi del Trentino hanno lavorato per portare l’elettricità – che in alcune realtà significava vita – in diverse comunità. La talentuosa regista poi a questa storia intreccia quella del cinema e dei suoi personali operatori della luce. Sulla ricerca delle origini, per capire dove stiamo andando come nazione in cerca di una sua identità anche Fino a quando, dell’autore Rai, psicologo e giornalista Vittorio Curzel che, attraverso il pretesto dato da una vecchia fotografia ritrovata, compie un viaggio nella memoria di vecchi soldati della prima guerra mondiale.
Segnaliamo ancora In distruzione di Eugenio Maria Russo e Luigi Pepe che racconta senza filtri una comunità divisa tra studenti del quartiere San Bartolomeo di Trento di nuovissima costruzione, che stride con quello di San Bartolomeo vecchia, costituita da case popolari vecchie chiamate comunemente “palafitte”, presto abbattute per portare avanti un nuovo progetto urbanistico. Futuri diversi per due comunità che con tutta probabilità – anche se oggi vivono delel stesse paure e incertezze – domani prenderanno, purtroppo, direzioni completamente opposte.