Dalla nostra inviata Giovanna Barreca
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“Tanti registi continuano a trovare nella natura e nella montagna il tema e lo sfondo per opere che trascendono la pura documentazione e la cronaca per diventare occasioni vere e proprie di scoperta, emozioni e riflessioni” scriveva Sergio Fant nel ricco catalogo del festival e questo abbiamo trovato nel primo giorno di proiezioni: due documentari che hanno il pregio di puntare entrambi l’attenzione sull’aspetto dell’avventura con protagonisti d’eccezione e un taglio nuovo, suggestivo e accattivante. In anteprima nazionale abbiamo visto 180° South di Chris Malloy: partito come un’avventura, la ricerca di nuova parete da scalare (in questo caso la salita del Cerro Corcovado), si è trasformato, durante i giorni e i mesi trascorsi nella terra del fuoco, in un viaggio di consapevolezza. Sia per Jeff che era partito con l’idea di ripercorrere il viaggio lungo le 5000 miglia dalla costa della California a quella della Patagonia intrapreso da Yvon Chouinard e Doug Tompkins alla fine degli anni ’60 (poi fondatori dei marchi Patagonia e North Face), sia per gli avventurieri trovati durante il cammino: Chouinard e Tampkins amanti del surf e dell’arrampicata. Paesaggi mozzafiato nelle quali lo spettatore è portato a smarrirsi con gioia e dove prevale sempre il racconto personale e lo sguardo verso un altro contemporaneamente vicino e lontano da noi. Sembra quasi che la fine del viaggio segni una nuova linea di partenza per tutti i ragazzi.
The Asgard Project del regista Alastair Lee vede protagonista l’alpinista britannico Leo Houlding alle prese, insieme allo statunitense Stanley Leary, con la prima ascensione in libera della Torre Nord del Monte Asgard, sull’isola di Baffin, nel cuore dell’Arcipelago Artico. Il loro desiderio è quella di raggiungerla, scalarla e poi lanciarsi con una tuta alare dalla vetta. Ma complice una stagione non proprio ideale, i loro piani non seguiranno proprio le direttive che i ragazzi si erano rigorosamente imposti. Qui, come nel film precedente, prevalgono le immagini suggestive e un coinvolgimento del pubblico diretto alla vicenda ma il grado di attenzione richiesto è diverso, il viaggio nella consapevolezza non è nei confronti di un mondo che si apre agli occhi dei protagonisti ma si tratta di un mondo interiore, di limite che l’esser umano deve imparare a porsi: il viaggio è di accettazione. Azzeccata in pieno la colonna sonora utilizzata che regala al film in valore aggiunto necessario per distaccarlo dagli altri film ‘di vetta’. Ricordiamo che sul tema dell’alpinismo al festival si possono trovare 27 titoli nella sezione specifica Alp&Ism.