Flussi seriali – Percorsi e influenze odierne e vintage delle serie americane
“Pushing Daisies”: il misticismo di una serie troppo ricca di riferimenti per un canale generalista come la ABC statunitense
(Rubrica a cura di Erminio Fischetti)
24/03/11 – La fiaba un po’ cupa e un po’ sopra le righe è il tono che viene concesso a Pushing Daisies. Sin da quella voce fuori capo baritonale che narra le vicende del “fabbrica-torte”, Ned, da sempre innamorato della bella Charlotte. Lui con il dono di riportare in vita i morti con un semplice tocco, ma costretto a non poterli ritoccare più perché morrebbero di nuovo e stavolta per sempre, lei misteriosamente uccisa durante una crociera e riportata in vita da lui, e per questo privati per sempre dei rispettivi baci e abbracci. Il suo potere ha un’altra controindicazione: se passa più di un minuto dalla resurrezione di colui che ha riportato in vita, un altro prenderà il suo posto. Per arrotondare i suoi magri guadagni di pasticcere, il giovane collabora con un investigatore privato, che conosce il suo segreto, risvegliando al suo tocco i morti per un minuto per strappargli qualche indizio e li ritocca allo scadere di quel lasso di tempo per non cambiare così l’ordine naturale delle cose. Già da questo principio le regole della fiaba di Propp vengono rispettate: il potere, il sentimento e la magia si mescolano in un connubio frizzante.
Le avventure di Ned ruotano intorno anche ad altri personaggi: l’innamorata non corrisposta, le zie nubili un tempo popolari nuotatrici che vivono segregate in una grande casa isolata, che somigliano velatamente alle streghe (una ha anche un occhio guercio) delle leggende popolari del Nord Europa, la cameriera che è quasi una fatina ed è innamorata non corrisposta del “fabbrica-torte”, il burbero ma buono investigatore privato e … un mistero sulla nascita della giovane innamorata. La serie scritta da Bryan Fuller (prima di tutto creatore di una serie umoristica sulla morte come Dead Like Me e poi produttore di Heroes) ammicca un po’ a Jeunet, un po’ a Sonnenfeld (che ne ha diretto l’episodio pilota) nel suo mix di delicatezza estetica ed etica, umorismo nero e romanticismo. Una serie di personaggi e vicende da antologia si muovono in un surrealismo di dichiarato e documentato amore per il cinema; dove non mancano anche i fratelli Grimm con le torte e l’atmosfera incantata da Hansel & Gretel, Tim Burton con la sua innocenza un po’ freak. Un mondo che sembra quello di elfi e folletti, fate e principesse, ma che si rivela quello contemporaneo di una cittadina statunitense che ricorda questi registi, ma sorpresa sorpresa il vero mito é di Hitchcock, a cui tutti gli elementi riccamente farciti fanno capo, e un’ossessione salubre verso i temi de La donna che visse due volte, la caratterizzazione dei personaggi de La congiura degli innocenti e le ambientazioni de Gli uccelli. Ovviamente i riferimenti sono chiari e attraverso i suoi omaggi al maestro in fase di sceneggiatura, Fuller ricorda le invenzioni tecniche del maestro, oltre a quelle narrative.
Tra atmosfere multicolori e omicidi che il nostro eroe risolve, la timidezza e la purezza del suo sguardo riporta sì ad un mondo incantato, ma forse non tanto quello delle fiabe quanto quello dell’innocenza suggellata metaforicamente con la purezza di un amore che non può essere consumato, ma che brucia di una passione più violenta e parimenti più mistica fra i due protagonisti. E qui non c’è anche Hitch? Un piccolo gioiellino del piccolo schermo destinato a “morire giovane” e al quale nessun tocco di un “fabbrica-torte” del regno televisivo ha riportato in vita. Pushing Daisies purtroppo, ha avuto vita breve perché, dopo un iniziale successo di pubblico, la prima stagione fu stroncata a metà a causa dello sciopero degli sceneggiatori e siccome il pubblico americano ha la memoria di una formica, la seconda stagione non è mai decollata in ascolti l’autunno successivo, pena la sua cancellazione al tredicesimo episodio. Altro grave errore fu di trasmettere un prodotto indirizzato ad un pubblico di cultori e tipicamente da “cavo” su un network generalista come la ABC. Ma questo è il mondo moderno: non c’è spazio per la magia e la purezza nemmeno per un’ora a settimana.
Titolo originale: id.
Creatore: Bryan Fuller
Cast: Lee Pace, Anna Friel, Kristin Chenoweth, Chi McBride, Jim Dale, Ellen Greene, Swoosie Kurtz, Field Cate
Produzione: USA 2000-2006
Durata: 40’ circa a episodio (22 episodi; due stagioni)
Distribuzione originale: dal 3 ottobre 2007 all’11 marzo 2009 su ABC
Distribuzione italiana: Joi/La5