Flussi seriali – Percorsi e influenze odierne e vintage delle serie americane
Glenn Close è la vera Iron Lady … della recitazione! “Damages” ruota tutto intorno a lei creando un mostro di nome Patty Hewes
(Rubrica a cura di Erminio Fischetti)
03/03/11 – Patty Hewes, nemesi, figura conturbante di un mondo meschino, crudele e competitivo. Quello dei grossi studi legali newyorkesi, quelli che pilotano le cause da milioni e milioni di dollari. La cosa paradossale è che lei è sempre dalla parte dei buoni. Almeno sulla carta. Lei è di quelle donne di cui si dice, con disprezzo sessista, che si comporta come un uomo.
Il contrasto tra il bene e il male si anima in una sceneggiatura da legal thriller che rispetta tutti gli schemi. Con una marcia in più: il talento di Glenn Close. Della quale si può immaginare benissimo quale dei due binomi possa rappresentare. A contrastarla, la giovinezza e l’ingenuità, il candore della purezza morale di un’acerba collega pronta a scalare la vetta del grattacielo. A costo di compromessi. E lo snodo interessante sta proprio qui: l’ambiguità, una sottile linea fra ciò che è giusto e sbagliato che ritorna come tema essenziale per gli snodi narrativi e poi si ritrova ad essere ribaltata, non delineata volontariamente.
Damages in fondo in fondo è una serie d’altri tempi che riecheggia al mondo del teatro per quanto riguarda la figura di una protagonista che scimmiotta tutte le situazioni della vicenda: una Lady Macbeth che non ha bisogno di un Lord, di un uomo, perché è lei stessa a mantenere il potere, un deus ex machina che esce come il coniglio dal cappello. Ma rimanendo donna, checché ne possano pensare molti. Patty Hewes è essenziale per capire la contemporaneità femminil-femminista della sua generazione, la prima ad essersi infiltrata nelle maglie del potere e ad aver così rivoluzionato il mondo, ad averlo modellato, a cambiato e poi accartocciato come un foglio di carta. Patty Hewes è una di quelle persone che hanno fatto il Sessantotto e poi lo hanno distrutto.
Non ci potrebbe essere un personaggio più complesso per rappresentare l’animo femminile: coscienzioso, potente e forse più umano di quello che si vuol pensare, più vero di quello che si vuol credere, perché non dotato di falsi pudori o schemi mentali banali. La prima donna veramente libera. Lei va oltre tutto questo e crea una sua logica, una sua coscienza e una sua moralità, sposta la linea di demarcazione delle cose e non si lascia vincere dai sentimentalismi pur soffrendo per un segreto dolorosissimo che porta con sé. Il problema alla fine, per i suoi colleghi maschi, è che forse è solo più in gamba e più forte di loro. I fratelli Kessler e Daniel Zelman, creatori della serie, non badano a compromessi con lei e spingono fino in fondo il pedale dell’acceleratore, a volte andando a sbattere contro il muro di cinta della pista, ma sempre rimanendo illesi. Perché nonostante i difetti, nonostante certi eccessi e sbavature di scrittura, alla fine al traguardo ci arriva sempre e solo lei, la straordinaria Glenn Glose, splendida, senza un graffio, capace di costruire e perfezionare. Nessuna più di lei, eccettuata Angela Lansbury, rappresenta in egual misura cinema, teatro e televisione.
Restiamo dunque in attesa di vederla in Albert Nobbs: adattamento cinematografico della piece di George Moore scritto dalla stessa attrice con il romanziere John Banville, nel quale veste i panni di una donna che per sopravvivere e lavorare come maggiordomosi nella Dublino del XIX secolo è costretta a fingersi uomo. Ruolo grazie al quale forse qualcuno l’anno prossimo si ricorderà di darle un Oscar dopo quasi trent’anni di attesa.
Titolo originale: id.
Creatore: Glenn Kessler, Todd A. Kessler, Daniel Zelman
Cast: Glenn Close, Rose Byrne, Tate Donovan, Ted Danson, Anastasia Griffith, Timothy Olyphant, Campbell Scott, Martin Short, Marcia Gay Harden, William Hurt, Lily Tomlin, Zeljko Ivanek
Produzione: USA 2007 – in corso
Durata: 50’ circa a episodio (39 episodi; tre stagioni)
Distribuzione originale: dal 24 luglio 2007 FX
Distribuzione italiana: AXN (Sky)/Canale 5